(s.t.) Il Leone si è fatto sentire. Per adesso non è proprio un ruggito da re della foresta, ma nella savana della finanza e delle assicurazioni già vedere che si sta stiracchiando serve a chiarire che non ha nessuna intenzione di stare a guardare senza reagire alle incursioni degli oppositori. Infatti ieri sera quale segnale al mercato l’ha trasmesso, dopo 1) aver dato l’impressione per settimane di non dare peso alle ripetute prese di posizione dei “pattisti” che più tanto minoranza non sono e 2) aver assistito allo stillicidio di dimissioni, prima l’addio di Francesco Gaetano Caltagirone, poi quello di Romolo Bardin di Delfin, infine quello di Sabrina Pucci vicina a Fondazione CRT. Sul lato interno ha rinserrato i ranghi dei suoi comitati per dare la sensazione che si va avanti business as usual. Sul lato esterno ha fatto sapere che non digerirà stando in silenzio le manovre degli oppositori: e lo ha comunicato in modo formale e istituzionale. Cominciamo da qui.
“Assicurazioni Generali”, sottolinea la prima comunicazione, “ha deliberato di presentare a Ivass, l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, il quesito se la partecipazione complessivamente acquisita dal Gruppo Caltagirone, da Fondazione CRT e da Delfin (pari al 16,309% del capitale sociale) sia soggetta a una autorizzazione ai sensi della normativa in relazione alla acquisizione di concerto di partecipazioni qualificate, comunque superiori al 10%”. La nota prosegue informando che “Generali ha deliberato di investire Consob del quesito se tale acquisizione sia soggetta agli obblighi di comunicazione in ordine, fra l’altro, ai programmi futuri ai sensi della normativa per coloro che, anche di concerto, superino una percentuale del 10% del capitale sociale e se vi siano state asimmetrie informative rilevanti per il mercato”.
Con un’altra nota il Leone ha inoltre reso noto che “il CdA ha approvato la modifica dei comitati consiliari”, elencando nei dettagli la nuova composizione, che tiene conto anche delle dimissioni di Paolo Di Benedetto dal Comitato per le operazioni con parti correlate. Di Benedetto era apparso già in disaccordo con la maggioranza, soprattutto sull’ipotesi di presentare una lista di candidati per il consiglio in vista dell’assemblea di aprile. Queste le composizioni aggiornate dei comitati:
Comitato Controllo e Rischi – Presidente: Alberta Figari (indipendente); componenti: Ines Mazzilli (indipendente); Roberto Perotti (indipendente); Clemente Rebecchini.
Comitato per le Nomine e la Remunerazione – Presidente: Diva Moriani (indipendente, componente anche per la parte Remunerazione e per Nomine ad hoc); componenti: Alberta Figari (indipendente, componente anche per la parte Remunerazione e per Nomine ad hoc); Ines Mazzilli (indipendente, componente Nomine ad hoc); Lorenzo Pellicioli (componente anche per la parte Remunerazione); Roberto Perotti (indipendente, componente Nomine ad hoc).
Comitato per la Corporate Governance e la Sostenibilità Sociale ed Ambientale – Presidente: Gabriele Galateri di Genola; componenti: Paolo Di Benedetto (indipendente); Antonella Mei-Pochtler (indipendente); Clemente Rebecchini.
Comitato per gli Investimenti – Presidente: Philippe Donnet; componenti: Paolo Di Benedetto (indipendente); Gabriele Galateri di Genola; Lorenzo Pellicioli; Roberto Perotti (indipendente); Clemente Rebecchini.
Comitato per le Operazioni con Parti Correlate – Componenti: Alberta Figari (indipendente); Ines Mazzilli (indipendente); Antonella Mei-Pochtler (indipendente); Diva Moriani (indipendente).
Comitato per le Operazioni Strategiche – Presidente: Philippe Donnet; componenti: Antonella Mei-Pochtler (indipendente); Diva Moriani (indipendente); Lorenzo Pellicioli; Clemente Rebecchini.
Fin qui le notizie del giorno. L’assemblea per l’approvazione del bilancio 2021 e la nomina del nuovo CdA è ancora lontana, quasi tre mesi, ma il posizionamento in vista delle grandi manovre è già iniziato da un pezzo, almeno dall’estate scorsa, ben prima dell’Opa su Cattolica. I copiosi acquisti di azioni dei “pattisti” sono serviti a rendere Caltagirone e Del Vecchio più forti, tanto da spingere Generali a chiedere un parere agli organismi di vigilanza: una sorta di time out che consentirà a tutti di fare campagna acquisti di potenziali manager e consiglieri e di sondare gli altri azionisti finora silenziosi. E poi, soprattutto, di porre ai potenti fondi di investimento anche stranieri la domanda delle domande: ma voi, che con il vostro 35% del capitale potreste decidere vincitori e vinti, da che parte starete?