Il report 2022 di Legambiente “Mal’aria di città” utilizza il parametro della media annuale di microgrammi per metro cubo, indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, per stilare la sua classifica della qualità dell’aria nelle città italiane. I parametri sono: sono 15 µg/mc per Pm10, 5 µg/mc per Pm 2,5 e 10 µg/mc per NO2 (biossido di azoto).
Secondo questi parametri sono 17 le città italiane con valori più alti di polveri sottili. Tra queste Verona, che nel 2021 ha registrato una media annuale di PM10 pari a 30 µg/mc. In vetta, nella fotografia scattata da Legambiente, per media annuale di PM10, la città di Alessandria che registra 33 µg/mc. Seguono Milano con 32 µg/mc, Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino con 31 µg/mc. Un malessere ambientale maggiormente concentrato nel nord del Paese e più precisamente sui territori della Pianura Padana, in cui ricadono 16 delle 17 città con i valori più alti. E’ nota oramai la morfologia di quest’area del Paese, che non favorisce il ricambio d’aria ma bensì l’accumulo del particolato.
Le sette proposte strutturali di Legambiente per la riduzione degli inquinanti. Sette punti, definiti nei programmi d’intervento per ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d’uomo, con quartieri ‘car free’; aumentare il trasporto pubblico elettrico; incentivare la mobilità elettrica condivisa – Sharing mobility anche nelle periferie e nei centri minori. E, ancora, stop alla commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030. Inoltre, sul fronte del riscaldamento domestico, l’avvio di un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con abitazioni ad emissioni zero. Infine, rendere sostenibile l’ultimo miglio della distribuzione delle merci e nel settore agricolo garantire l’effettivo monitoraggio delle pratiche agricole.
Azioni strutturali del Comune. Tutte quelle proposte da Legambiente a Verona vengono già fatte. Ammontano a 38 milioni gli investimenti fatti dal Comune e dalle aziende partecipate nel 2020 e 2021 per l’ambiente e il miglioramento dell’aria. Azioni strutturali che hanno obiettivi a lungo termine, delle quali si vedono già gli effetti. E che vanno ad aggiungersi alle misure decise dallo Stato o dalla Regione per contenere lo smog. Tra le principali l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, il raddoppio delle ciclostazioni di bikesharing, l’arrivo delle bici elettriche, la realizzazione di nuove piste e corsie ciclabili, il lavaggio delle strade, il controllo sugli impianti termici, la piantumazione di nuovi alberi, il rinnovo della flotta mezzi pubblici, rigenerazione urbanistica delle aree dismesse per la città dei 15 minuti e aree a 30km/h.
Autoparco comunale. Dal 2017 al 2020 sono stati riconvertiti tutti i mezzi inquinanti dell’autoparco comunale, composto da 86 veicoli per Polizia locale, Protezione civile e servizi pubblici, con nuove auto a metano ed elettriche. Anche per quanto riguarda i bus ad oggi Verona è la città più metanizzata d’Italia. Di tutte le percorrenze: 93% a metano, 4% gasolio ecologico, solo il 3% mezzi di vecchia generazione.
Mobilità. Realizzati chilometri di corsie ciclabili per favorire il tragitto casa-scuola in sicurezza, e nuove piste, l’ultima quella che collega il Saval al centro storico. Inoltre, di questi giorni, l’arrivo a Verona di 2,3 milioni di euro dal Pnrr per le piste ciclabili. Urbanistica. Nuovo Regolamento edilizio che semplifica le procedure e gli sgravi fiscali per interventi di sostenibilità. Pums, Variante 23 e Variante 29, tutto nella direzione di tutelare l’ambiente e riqualificare l’esistente, senza consumo ulteriore di suolo.
Illuminazione. Sostituiti in città 35.000 punti luce, con nuove sorgenti a LED, con un risparmio energetico del 65%, pari ai consumi di 5584 famiglie, e 6483 tonnellate in meno di Co2 immessa nell’ambiente. Massiccia azione di riforestazione urbana con oltre 40 mila fra alberi e arbusti piantati in 4 anni.
“A Verona gli interventi strutturali suggeriti da Legambiente sono tutti in atto da tempo. Anzi ne facciamo di più – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Ilaria Segala –. Penso alla massiccia riforestazione urbana che, da 4 anni, vede il Comune impegnato nell’investimento di molte risorse. Siamo stati i primi a parlare di città dei 15 minuti con i servizi vicini alle abitazioni, obiettivo che stiamo realizzando con le varianti urbanistiche. Spiace constatare che Legambiente Verona non se ne accorga, così come dimentica che il nostro sforzo per la qualità dell’aria è partito subito con i Mobility day, anche a costo di ottenere critiche da parte di chi non vuole mai abbandonare l’auto. La lotta allo smog non si fa in un giorno e soprattutto servono investimenti, che noi stiamo facendo perché a parte le voci di stretta competenza governativa, le altre azioni strutturali sono già avviate. Le criticità che premono sulla nostra città sono quelle che caratterizzano tutta la Pianura Padana. Proprio per questo l’Amministrazione ha avviato da tempo gli interventi per mitigare tale situazione e, ancor di più, per accrescere nella popolazione una maggiore cultura ambientale. Inoltre, attraverso il PUMS, sono già state definite nuove e diverse Zone 30, con l’incremento di nuovi sistemi di mobilità dolce, come monopattini e biciclette elettriche. Sul fronte delle ciclabili, invece, ricordo l’arrivo a Verona di 2,3 milioni di euro dal Pnrr per nuove realizzazioni, oltre ad altri numerosi finanziamenti acquisiti dal Comune che consentono la copertura di tutti i progetti previsti nel Pums, che porteranno al raddoppio del percorso ciclabile cittadino. Ricordo, infine, che alcune azioni strutturali non possono essere affrontate a livello locale, ma bensì con interventi legislativi, come gli incentivi per la rottamazione dei veicoli o l’ammodernamento del trasporto pubblico”.