Sono 11.201 i positivi delle ultime 24 ore in Veneto con un’incidenza del 7,82%. I decessi sono stati 41. Sono1.745 (+34) i ricoverati in area medica, 156, stabili, in terapia intensiva. C’è un lento ritorno alla normalità. E ne abbiamo tutti bisogno. A Verona e in tutte le province del Veneto la diminuzione dei contagi è ormai una costante da un paio di settimane. La malattia da variante Omicron si sviluppai con minor gravità, il 90% della popolazione è vaccinata, ricoveri sono in calo. Il tasso d’occupazione Covid delle terapie intensive è al 14%. “Posso dire che stiamo andando verso una zona bianca, le curve sono in calo” ha dichiarato Zaia, precisando però che “bisogna continuare ad avere massima attenzione, ma penso – prosegue – che il virus ormai si sia endemizzato. Non va trascurato il fatto che dobbiamo continuare a mettere in sicurezza le fasce d’età più a rischio, per le quali un virus preso in assenza di vaccinazione è molto pericoloso”. Da registrare un sondaggio della Cimo ( sindacato dei medici ospedalieri) condotto fra 583 camici bianchi degli ospedali veneti. Risulta che l’88,6% sarebbe pronto a lasciare il posto di lavoro potendo scegliere. Solo l’11,4% continuerebbe a lavorare nel pubblico. Il 35,5% sarebbe disposto ad andare all’estero. Il 22,5% vorrebbe andare in pensione. Il 16,4% preferirebbe lavorare nel privato. Il 14,2% si sta orientando verso la libera professione. Il 24,2% cambierebbe addirittura lavoro. Pur con tutti i limiti delle statistiche il sondaggio rivela un forte disagio nei medici ospedalieri, risultato certamente della pressione cui sono stati sottoposti durante la pandemia, ma anche delle frustrazione di non vedere riconosciuto il loro lavoro con un’adeguata retribuzione. Tante parole, complimenti, riconoscimenti, ma gli stipendi rispetto all’Europa rimangono bassi.