Paolo Borchia, europarlamentare veronese (a destra nella foto col premier ungherese Orban), a muro duro contro Margrethe Vestager: «Apprendiamo con un certo stupore le parole della vice presidente della Commissione Ue Vestager secondo la quale Nord Stream 2 non sarebbe mai stato nell’interesse Ue. A meno che non si adotti una chiave di lettura esclusivamente ideologica, come pretesto di Bruxelles per mettersi alle spalle l’era Merkel, tra i promotori dell’opera, le parole di Vestager suonano incomprensibili. Se il progetto venisse bloccato, servirebbe rivedere al rialzo la previsione sul prezzo del gas nel medio-lungo periodo, ipotesi da scongiurare in una fase dove i prezzi hanno raggiunto livelli drammatici. Il gas, come affermato dalla stessa Ue per la tassonomia, va considerato come tecnologia ponte verso la transizione energetica, servono flussi maggiori in Europa e la capacità di differenziare fornitori. In quest’ottica, Nord Stream 2 va reso operativo in tempi ragionevoli per raffreddare i prezzi e in un approccio di differenziazione di fornitori e tutela della sicurezza energetica, al fianco di interventi quali il raddoppio della Tap e il potenziamento dei flussi dall’East Med. Le scorte di gas della Germania sono scese al 35%, se qualcuno ritiene sia il momento di consegnare l’Europa al rischio delle fonti non programmabili, allora è inadeguato a ricoprire il proprio ruolo”.