Sembra strano che nel 2022 possa esiste ancora una differenza delle retribuzioni fa uomo e donna. Eppure c’è. E’ una delle tante contraddizioni italiane. Si pensa a fare le quote rosa nella politica, una “riserva indiana” che ad una mente normale dovrebbe risultare offensiva per le donne, e poi si lascia che gli stipendi siano diversi, che i maschi per lo stesso identico lavoro guadagnino un po’ di più. Il Veneto c’ha messo una pezza. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge per favorire l’eguaglianza delle retribuzioni. La proposta è dell’opposizione, ma ha trovato la convergenza di tutti i partiti.
Con questa legge vengono stanziati 100mila euro per interventi che premino le aziende che favoriscono il lavoro e la carriera delle donne e per impostare campagne e azioni pubbliche a sostegno dell’occupazione femminile. La Regione istituirà un Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale potranno iscriversi imprese pubbliche e private, compresi gli studi professionali. Gli iscritti a questo registro avranno agevolazioni e benefici economici, oltre, naturalmente, al ritorno d’immagine. Dei benefici economici particolari sono previsti per chi assume donne vittime di violenza o di ‘tratta’.