Comincia a soffiare il vento della polemica sulla campagna elettorale. Uno dei primi oggetti del contendere è il collegamento ferroviario fra l’Aeroporto e la Stazione di Porta Nuova. Un progetto nel cassetto da anni e che adesso ci sarebbe l’occasione di realizzare entro il 2026, anno delle Olimpiadi invernali “Milano-Cortina”. Verona sarà una delle sedi olimpiche con la cerimonia di chiusura in Arena ma anche come porta d’accesso alla zona alpina lato Trentino-Alto Adige. E sarebbe giusto cogliere la palla al balzo. Le grandi manifestazioni sportive internazionali sono sempre un’occasione per realizzare delle infrastrutture che poi rimangono. La bretella di collegamento fra il casello di Verona Nord della A22 e il centro, l’ampliamento dello stadio, i sottopassi della circonvallazione esterna ed altre opere sono eredità dei Mondiali di calcio di “Italia 90”. Il collegamento con l’Aeroporto dovrebbe essere qualcosa del genere, che si costruisce con l’occasione delle Olimpiadi, ma che poi rimane come infrastruttura a disposizione dei veronesi. Ben vengano allora anche le polemiche fra i partiti se possono essere un propellente che porta alla  sua realizzazione. 

Viene però anche da chiedersi: ma chi trasporterà, finite le Olimpiadi, il “people mover” Catullo-Verona Porta Nuova se all’Aeroporto ci sono 7 voli al giorno? Ha senso un’infrastruttura del genere se contemporaneamente non si provvede anche a rilanciare Aeroporto che sta miseramente andando verso l’irrilevanza se non la chiusura per favorire la concorrenza veneziana? Chi si accinge a chiedere il voto ai veronesi per guidare la città nei prossimi 5 anni dovrebbe impegnarsi innanzitutto a fare in modo che il collegamento non sia fra Porta Nuova e il deserto.