A meno di 24 ore dalla presentazione del road-book di Reti Ferroviarie Italiane sul nodo di Verona scoppia violenta la polemica politica. «Il Central Park entro il 2026? Sboarina l’ha sparata grossa, come al solito. Entro quella data è già tanto se ci sarà il cantiere. Non lo dico io ma Ferrovie, proprietaria dell’area dello scalo merci dove sorgerà il parco. Sboarina, quindi, dopo aver mentito sulla piena realizzazione a verde dell’opera, mente pure sui tempi”. Queste le parole di Flavio Tosi, che infatti sottolinea: “I tempi del Central Park dipendono da quelli della Tav Brescia-Verona Ovest, in particolare dalla realizzazione a essa collegata del nuovo scalo merci in località Cason, che libererà appunto l’area del vecchio scalo merci a Porta Nuova dove è previsto il parco. Ma l’opera a Cason non sarà realtà prima del 2026 o 2027, come fissato dalla deadline di Ferrovie, ciò significa che il cantiere del Central Park non potrà terminare prima di allora, anzi”.
Sempre in tema Tav, ma sulla linea del Brennero che entra a nord della città, invece Tosi invita il Comune e il Sindaco Sboarina “a non limitarsi a subire l’opera, ma a intervenire attivamente con Ferrovie per superare alcune importanti criticità sul tracciato, che coinvolgono direttamente l’aeroporto di Boscomantico e via del Fortino, dietro Corso Milano, dove decine di famiglie sono in attesa di capire cosa ne sarà della loro casa“. Sul sedime di Boscomantico, nell’area che va verso Parona, infatti passerà la Tav e potrebbe rovinare l’aeroporto: “Il Comune – dice Tosi – dovrebbe chiedere con energia a Ferrovie di allungare la galleria, in modo da evitare che l’Alta Velocità passi in trincea mettendo a rischio Boscomantico”. Su via del Fortino, Tosi chiede invece al Comune di “concordare una modifica del tracciato, o quantomeno si faccia chiarezza, perché a oggi decine di abitazioni sono a rischio e gli inquilini non sanno se avranno o no ancora una casa. Lì ci sono decine di famiglie che vanno tutelate e che hanno il diritto di conoscere il loro futuro”.
Immediata la replica dell’assessore Ilaria Segala, assessore all’Urbanistica che col vice sindaco Zanotto ha seguito direttamente il rapporto con le Ferrovie sulla Tav e sulla “liberazione” dell’ex scalo merci a Porta Nuova: «Da che pulpito. Ricordo che il consigliere Tosi nell’ex scalo merci non solo aveva detto che voleva farci le Olimpiadi e comunque per recuperare quello spazio in dieci anni non ha scritto nemmeno una riga. Adesso ne parla come se sapesse tutto, ma appunto gli mancano i fondamentali, confondendo il parco con la stazione. Rfi ha detto che la stazione Alta velocità a Porta Nuova sarà pronta probabilmente nel 2027, mentre non ha detto nulla sul Central park, semplicemente perché non sono loro a realizzarlo. Il parco verrà fatto dal soggetto privato che ha vinto il bando delle Ferrovie ed è ovvio che 500 mila mq non si realizzano né tutti insieme e nemmeno in un anno. Almeno questo concetto dovrebbe conoscerlo bene visto che, ad esempio, lui ha firmato l’accordo per il recupero della Passalacqua e ad oggi, nel 2022, non è ancora finita. Mentre sulle decine di inquilini a rischio esproprio perché sul tracciato della linea del Brennero è facile rispondergli: quel tracciato l’hanno scelto lui e l’allora assessore Giacino. La memoria corta non basta a giustificare certe sparate strumentali”.