Se Dio vuole sta volgendo al termine la storia infinita della Sunoil che da anni rappresenta una spina nel fianco del Comune di Sona e dei suoi abitanti. Finalmente l’impianto dismesso di Lugagnano in via Molinara, dove nelle fatiscenti cisterne e in alcune vasche che rischiano di cedere ci sono 31mila metri cubi di rifiuti liquidi, potrà essere bonificato.
Il disastro ambientale che ne conseguirebbe sarebbe enorme, soprattutto per il danno alla falda acquifera (che serve anche una parte di Verona) che lo sversamento dei rifiuti potrebbe arrecare. A breve il Comune di Sona partirà con la bonifica che nella sua prima fase avrà un costo di 700 mila euro, di cui 560 mila coperti da un contributo della Regione Veneto. Avrebbe dovuto essere la stessa Sunoil a provvedere ai lavori, ma l’ex proprietario della società, oggi liquidatore, Gianni Camillo Savoia, ha temporeggiato fino a che sono scaduti termini e quindi è stato il Comune a dover mettere in sicurezza l’area dell’impianto. E se anche l’avesse fatto la società in liquidazione, il piano presentato fuori termine non avrebbe dato nessun affidamento né in termini economici né di sicurezza. Il comune si è convenzionato con Veneto Acque spa per preparare il progetto di smaltimento e a svolgere la prima parte dei lavori sarà la Teseco Bonifiche srl che ha vinto la gara.
Dopo un tentativo di ostruzionismo da parte di Savoia, il Comune è finalmente riuscito ad entrare nell’area degli impianti da bonificare e sono cominciate le prime analisi dei rifiuti. Quindi partirà il cantiere vero e proprio. L’intera bonifica avrà un costo di 14 milioni di euro.