Stefano Valdegamberi, consigliere regionale eletto nella Lista Zaia, è amico della Russia. Fin dal 2014, quando l’Europa decise le sanzioni contro Mosca, non ha mai nascosto la propria posizione critica nei confronti sia dell’embargo sia della politica occidentale nei confronti di Putin. Mentre il mainstream mediatico condannava l’annessione della Crimea, che è stato uno dei prodromi della guerra in corso, Valdegamberi sosteneva il diritto della popolazione della penisola, che ben conosce, al 90% russa, di aver votato un referendum ce chiave l’annessione alla Russia. E così via. Insomma, Valdegamberi non ha mai nascosto di condividere le ragioni di Putin. E anche in occasione dell’invasione in corso non ha mancato di illustrare le ragioni di Putin.
Sarà forse per questo che Facebook gli ha comunicato tutta una serie di restrizioni alla sua pagina? Valdegamberi non se lo spiega.
“Non capisco per quale motivo Facebook mi abbia comunicato una serie di restrizioni. Vabbe’ ne faremo senza…Non posso pubblicare inserzioni e altro per 28 gg, non posso partecipare a gruppi, i feed sono messi in fondo per 28 gg..boh…cosa vuol dire?”
Questo scrive il consigliere regionale.
Si tratta certamente di una forma di censura che Facebook applica con totale discrezionalità nei confronti di coloro che ritiene esprimano posizioni che non accetta. D’altra parte Facebook è privato e fa quello che vuole. E’ nel suo diritto. Siamo noi che ci iscriviamo nelle sue pagine. Quindi nessuna meraviglia se censura le opinioni sgradite.
Rimane però un fatto. Un concetto tutto particolare della democrazia e della libertà d’espressione. Forse più sottile, meno rumoroso dei cingili dei carriarmati, ma pur sempre qualcosa di molto diverso dalla libertà.