Superata la fase acuta del coronavirus, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, tornano a trattare col governo centrale la richiesta di autonomia, legittimata, per le prime due, dai referendum del 2017. Sono passati quasi 5 anni e ancora non s’è visto nulla. Due anni di pandemia possono essere una parziale giustificazione, ma ora non più. L’obiettivo delle regioni non è avere più soldi, ma la possibilità di programmare meglio e meno burocrazia. I governatori di Vento ed Emilia Romagna che si nono incontrati nelle scorse settimane chiedono una legge-quadro e vogliono parlarne con Draghi. Mentre Boccia (Pd) il precedente ministro degli Affari Regionali del governo Conte era ostile all’autonomia, quello attuale, Maria Stella Gelmini (FI) è più favorevole. E questa è una buona premessa. Altro segnale positivo è stato l’accenno all’autonomia fatto da Mattarella nel discorso di insediamento.
La Lega ha presentato in Consiglio a Venezia una risoluzione da inviare a tutti i parlamentari veneti e dell’Emilia-Romagna per attivarli sul tema autonomia.
Specie dopo il Covid la sanità rimane il punto caldo nel rapporto Stato-Regioni. I governatori chiedono il ripiano di diversi miliardi spesi per il Covid. All’Emilia-Romagna lo Stato ha dato 1 miliardo sui 1,2 richiesti. Al Veneto sono stati rimborsati solo 600 milioni su una spesa di 1,7 miliardi per acquistare attrezzature, dispositivi e assumere 2,253 medici per far fronte all’emergenza Covid. Sarebbe assurdo che di tutto questo dovessero farsene carico le Regioni, dicono i presidenti di Veneto ed Emilia-Romagna che, pur essendo uno della Lega ed uno del Pd, chiedono autonomia per poter programmare e sburocratizzare.
Ad ostacolare il processo verso l’Autonomia ci sono le obiezioni delle regioni del sud, che accusano quelle del nord di egoismo, senza considerare che la cattiva gestione della sanità di alcune di esse costringe i loro cittadini a venire nel nord per farsi curare. Qualcuno sarà pur responsabile! Ma i luoghi comuni e la difesa dello status quo sono duri a morire. Ultima in ordine di tempo è la presa di posizione dell’Anaao, sindacato dei medici ospedalieri, che definisce la richiesta di Autonomia di Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia un atto di “egoismo territoriale”. I medici ospedalieri che al referendum hanno votato per l’Autonomia ne tengano conto.