(Gianni Schicchi) È sempre un avvenimento poter ascoltare il celebre violinista palermitano Fabio Biondi e la sua Europa Galante, impegnati nella ricerca di repertori abbastanza rari, come quelli proposti in parte venerdì sera al Teatro Ristori. Il programma di sala comprendeva infatti tre autori settecenteschi d’area milanese, dove attorno alla figura principale di Giovanni Battista Sammartini – anticipò la scuola di Mannheim e il classicismo viennese – figuravano quelle minori e quasi sconosciute di Antonio Brioschi e Angelo Scaccia, con le loro Sinfonia in re maggiore e Concerto in mi bemolle maggiore. Il secondo, che opta per la più moderna forma vivaldiana in tre tempi, veloce, lento, veloce, spinge la scrittura violinistica oltre gli orizzonti tecnici della propria epoca, tanto che lo si potrebbe additare come anticipatore di futuri estri virtuosistici. L’ostentazione di artifici abbastanza inusitati, fra salti e posizioni alte richieste alla mano sinistra, conferisce al suo concerto in mi bemolle maggiore un carattere esemplare delle possibilità dello strumento, nonché della sua bravura di compositore che giustifica in pieno il titolo. Non si tratta però di un arido campionario di effetti, ma di un insieme armonioso molto attraente anche sotto l’aspetto dell’inventiva melodica – stupendo l’Adagio centrale bissato al termine – della fantasia timbrica e della ricercata originalità di soluzioni formali.
C’erano ovviamente in programma alcune pagine più note, come due ricchi lavori di Haydn, il Divertimento per due violini e il Concerto per violino, ambedue in tonalità maggiore, e la celeberrima Sonata in re minore La Follia di Vivaldi, brano che riesce sempre ad affascinare il pubblico per la sue vibrazioni in progress. Fabio Biondi (con la collaborazione del collega Fabio Ravasi) la delinea con notevole coesione, adeguata vitalità e varietà di colori. Con Haydn il tono è invece sempre leggero e fresco, nonostante la ricerca di una costante coerenza degli sviluppi tematici ed una varietà nelle scelte delle forme dei singoli movimenti. Grande e bella compagine quella di Europa Galante, la cui risultante sonora appare sempre nitida e brillante nel più adamantino stile barocco. I temi diventano quasi vividi personaggi di un fluido racconto sonoro chiaroscurato, ma in fondo sempre ottimistico, appena velato da qualche ombra fugace o nuvola passeggera.
Fabio Biondi è ovunque ligio a tutti i ritornelli offrendo una lettura molto attenta al fraseggio musicale, al colore e all’equilibrio delle famiglie strumentali, agli sbalzi dinamici, agli umori cangianti del discorso. I temi così trattati, cantano divinamente esprimendo un cosmo sonoro di aggraziata serenità. I movimenti, anche in Vivaldi, non sono mai rudi o violenti, bensì come attraversati da un bonario sorriso e da una grazia elegante ed aristocratica che ci rimanda intatta la fragranza di un’epoca culturalmente illuminata e la cifra di un squisito artigianato musicale.