Martedì partirà il cantiere del nuovo sistema di illuminazione di Corso Porta Nuova: un cambiamento molto atteso (dai lampioni a vapore di sodio alla tecnologia Led) che dovrà portare più luce sui marciapiedi, evitando le zone buie attuali, e che deve convivere coi i lecci che piantati prima della seconda guerra ora sono una componente fondamentale del paesaggio della porta d’ingresso più bella della città.
Elisa La Paglia, consigliera comunale Pd Verona, il Gruppo consiliare Pd Prima Circoscrizione (Andrea Trombini, Renzo Bellotti e Franco Cacciatori contestano però il progetto per gli interventi che comporterà sulle piante. Spiegano: «L’amministrazione non ha ancora risolto il problema delle interferenze tra le chiome degli alberi del Corso e i nuovi lampioni, tanto che le associazioni ambientaliste firmatarie del nuovo Regolamento del Verde hanno inviato una diffida a procedere con i lavori. Detto molto francamente: questo è l’ennesimo intervento scoordinato e dannoso per il verde da parte di questa amministrazione, che giustamente ha previsto di dotare Corso Porta nuova di un nuovo sistema di illuminazione a led, ma in fase progettuale non ha previsto l’evidente e logica interferenza dei nuovi lampioni con i lecci, di modo che ora gli alberi dovranno essere pesantemente potati per consentire l’installazione dei lampioni (che sporgeranno per 2,70 metri) e successivamente (se si vorrà garantire l’illuminazione) dovranno essere mantenuti in tale stato alterando così il paesaggio e mettendo a rischio la salute stessa delle piante.
Sboarina e assessori dimostrano di non avere nemmeno letto il regolamento del verde che hanno portato in Consiglio comunale (dopo 14 anni dall’adozione del normativo del verde della Giunta Zanotto), che all’articolo 4 segnala proprio questo genere di interferenze: “L’illuminazione pubblica urbana è stata spesso realizzata senza tener conto della vegetazione con il risultato che gran parte della luce viene dispersa creando anche danni ai cicli biologici delle alberature”.
L’amministrazione si espone alle sanzioni che ha essa stessa sottoscritto laddove si vieta qualsiasi tipo di potatura “non necessaria” all’infuori di una casistica espressamente stilata per salvaguardare la salute delle piante.
L’evidente errore di progettazione – aggiungono gli esponenti PD – che sta alla base della vertenza riguarda il non aver tenuto conto delle chiome ma soltanto dei tronchi. Tutto si sarebbe potuto risolvere nel giro di poche ore se, come previsto dal Regolamento, l’amministrazione avesse sottoposto preventivamente il progetto alla Consulta del Verde. Ma l’amministrazione comunale non solo non ha attivato la Consulta ma ha ignorato il grosso delle osservazioni che le associazioni ambientaliste avevano condiviso con Amia, l’azienda comunale che ha in carico la gestione del verde pubblico cittadino. Come Pd chiediamo che si fermi per dotare Corso Porta Nuova, il corso alberato di ingresso alla città di un progetto che lo valorizzi al massimo delle sue potenzialità e che si costituisca immediatamente la prevista Consulta. Con un volantino già distribuito in oltre 800 copie chiediamo il sostegno dei cittadini».