La guerra e il paventato pericolo dell’esplosione di una centrale nucleari ucraina o, peggio, dello scoppio di una guerra mondiale, che inevitabilmente comporterebbe l’uso delle bombe atomiche, ha creato una certa psicosi. La memoria del disastro di Chernobyl è ancora viva. E così, tautomere premunisti, molti sono corsi in farmacia a comperarsi delle pillole di iodio, come denunciato da Federfarma. Poiché la tiroide è la ghiandola endocrina che capta lo iodio che abbiamo nel sangue ed essendo lo iodio radioattivo una delle prime sostanze con cui veniamo a contatto in caso di radiazioni, se la tiroide è già satura di iodio non radioattivo si evita che capti quello contaminato. Ma tutto questo solo in caso di un’esplosione nucleare. Assumere iodio adesso immotivatamente è dannoso più ancora delle radiazioni. Si tratta quindi di una fobia ingiustificata. Quand’anche una delle centrali ucraine – che non sono più come quella saltata a Chernobyl- venisse danneggiata, al reattore nucleare, assicurano gli esperti, protetto da schermi robustissimi, non accadrebbe nulla. Bisognerebbe solo che ci fosse la deliberata volontà di colpirlo. Ma ciò sarebbe un’azione che si storcerebbe anche su chi la mette in atto. E quindi molto improbabile se non impossibile. Ed anche dagli studi di ciò che accadde a Chernobyl il 26 aprile 1986 e a Fukushima il 16 marzo 2011 risulta che i danni veri e propri, morte compresa, li subirono quelli che corsero a spegnere l’incendio privi delle necessarie protezioni. Per quel che riguarda invece gli effetti delle radiazioni a medio e lungo termine, come mutazioni genetiche, malformazioni neonatali e tumori, gli esperti li definiscono trascurabili. Ciò non significa che non dobbiamo temere una guerra nucleare. Significa semplicemente che la corsa ad accaparrarsi pastiglie di iodio non solo non serve a niente ma è pure dannosa