I dati del 2021 hanno confermato che l’edilizia è potenzialmente un settore in forte crescita, ma che le attuali criticità rischiano di causare una pesante contrazione. E questa situazione a due facce mette in una luce meno positiva i segnali positivi del comparto edile. I numeri mostrano un solido sviluppo: l’ANCE nazionale descrive un marcato aumento degli investimenti nel settore nei primi nove mesi del 2021. Ma non mancano nemmeno note dolenti: l’aumento dei prezzi dei materiali è fuori controllo, il che manda alle stelle i costi, rallenta le produzioni e rende irreperibili i materiali.
Eppure l’aumento era concreto: primo trimestre 2021 +17,7% rispetto al 2020, +55,5% nel secondo trimestre e +8,9% nel terzo. Un confronto su cui certamente pesano i livelli molto bassi (in particolare aprile e maggio 2020) determinati dal lockdown. In aumento anche i permessi di costruire nei primi nove mesi del 2021, a conferma del trend positivo in atto da anni e solo parzialmente interrotto dal risultato negativo del 2020. In particolare per il comparto residenziale si è registrata una crescita del 28% per le nuove abitazioni concesse, mentre per il non residenziale l’aumento risulta pari al 19,5%.
La ripresa dei livelli produttivi nel settore ha inciso positivamente anche sull’occupazione. Nei primi undici mesi del 2021, secondo il monitoraggio della CNCE (Commissione Nazionale Casse Edili) il numero di ore lavorate è cresciuto del 26,7% rispetto al 2020, mentre i lavoratori iscritti sono aumentati dell’11,8%. “Una tendenza registrata anche dalla Cassa Edile di Verona” conferma Carlo Trestini, presidente di Ance Verona. La massa salari di dicembre 2021 sfiora i 123 milioni, +23% rispetto a dicembre 2020. Nel complesso il 2021 ha registrato un +17%. Segno positivo anche per le ore denunciate (+26% dicembre 2021 sul 2020 e +15% 2021 sul 2020) e il numero di imprese (+4,5% e +11%) e lavoratori (+10% e 18%).
“Il Superbonus e le altre agevolazioni fiscali”, spiega Trestini, “pur con tutte le criticità che conosciamo, hanno certamente giocato un ruolo fondamentale. Un dato che sottolineo è l’aumento del numero delle imprese e dei lavoratori iscritti alla Cassa Edile. Si tratta di imprese serie, che tutelano i lavoratori e applicano il contratto, al contrario di migliaia di imprese nate e iscritte in Camera di Commercio ma di cui in Cassa Edile non c’è traccia”.
Ma rispetto alla situazione positiva c’è un lato oscuro. “In tutto il territorio nazionale negli ultimi giorni i prezzi dei materiali, che già erano pressoché raddoppiati nell’ultimo anno, sono ulteriormente schizzati”, evidenzia Trestini. “In particolare sono praticamente irreperibili se non a costi insostenibili bitume, acciaio, alluminio e altri ancora. Inoltre a peggiorare le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante sta mettendo in difficoltà il trasporto dei mezzi e la gestione delle consegne”. A rischio non solo i cantieri privati, ma anche quelli pubblici, anche i lavori finanziati con il PNRR. Secondo Trestini “in assenza di adeguate contromisure nessuna impresa potrà realizzarli e le opere rimarranno sulla carta”.
L’aumento dei costi dei materiali non è l’unica preoccupazione delle imprese. “Sembra che il governo non sia in grado di cogliere appieno le opportunità di crescita per l’intera economia che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio portano con sé, vista la bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato del testo di legge sulla rigenerazione urbana”, prosegue il presidente di Ance Verona. “Il testo all’esame in Senato è il frutto di un lavoro lungo tre anni. È inconcepibile che il lavoro venga buttato all’aria per ragioni risolvibili con un dialogo tra le istituzioni. Ci fa pensare che non si voglia fare uno sforzo per risolvere i problemi cronici delle nostre città”.
Secondo Ance il testo rappresenta l’equilibrio tra posizioni che erano molto distanti per una legge che mira intervenire sul tessuto delle città per evitare degrado e abbandono e favorire uno sviluppo sostenibile delle aree urbane. “Da una parte vengono introdotti importanti strumenti per favorire gli interventi di recupero e riqualificazione, ma dall’altra non si interviene su una normativa non più al passo con i tempi. L’obiettivo di riqualificare il territorio e renderlo attrattivo per i giovani e gli investitori”, conclude Trestini, “non si può raggiungere senza cambiare le regole”.