(in aggiornamento) L’annuncio era nell’aria: L’Adige ne aveva parlato la settimana scorsa (qui), questa mattina (qui il nostro video) la ufficializzazione di un nuovo cartello elettorale che sfida, in primis, il sindaco uscente Federico Sboarina. Messo da parte l’acceso confronto del passato, i due hanno spiegato le ragioni del loro accordo.
“Non ho deciso di fare un passo indietro, ma di fare un passo a fianco dell’unico candidato credibile per ricostruire il futuro di questa città – ha detto Michele Croce, leader di Prima Verona e già past president di Agsm mentre spiega le ragioni della sua decisione -. Per il bene di Verona, come ho sempre fatto, ho deciso di mettere da parte i personalismi per scommettere su un candidato che ha già dimostrato in più occasioni di essere vicino ai Veronesi e ai nostri quartieri e il fatto che abbiamo deciso di sancire proprio in un mercato la nostra alleanza politica è la prova di tutto questo”.
Flavio Tosi sottolinea: “Con Michele, anche se in alcuni momenti non sono mancati scontri, anche duri, ho sempre mantenuto un rapporto personale e sono contento che abbia deciso di schierarsi con noi per porre fine all’immobilismo di questa Amministrazione che in cinque non ha fatto nulla. Ben venga quindi l’appoggio di un gruppo con il quale abbiamo combattuto e vinto battaglie importanti, come quella per evitare di svendere Agsm e che sappiamo tutti quanto sia costata a Michele”.
Michele Croce presenterà una sua lista che si affiancherà alle altre civiche che sostengono Tosi, ma non concorrerà tra i candidati: “Il mio nome sarà sul simbolo di Prima Verona, ma ho deciso di spendermi per i miei candidati e di dare il mio sostegno e il mio appoggio prima di tutto a loro”, spiega Croce.
Trai i candidati che presenterà la lista Prima Verona ci sono personalità storicamente vicine al leader Michele Croce ma anche tanti volti nuovi che hanno deciso di mettere le proprie esperiente e competenze al servizio dei Veronesi, come ad esempio, solo per fare alcuni nomi: il fratello Andrea attuale consigliere della 3^ circoscrizione, la Direttrice di Casartigiani Verona Katia Balasso, il presidente dell’associazione diabetici Verona Davide Caldelli, l’imprenditore ambientale Andrea Zaglia, la consigliera della 6^ circoscrizione Martina Pertile, il cantante lirico della Fondazione Arena Morris Pantò, il regista Michele Calì, l’urbanista Marcello Poiani, il vicepresidente dei florovivaisti veneti Francesco Bellini, il pensionato Agsm Marco Bonato, lo scenografo Giorgio Argento, l’imprenditore Marco Ledri, Giuseppe Forgia.
L’annuncio dell’alleanza Croce-Tosi ha alimentato diverse prese di posizione. Per Daniele Perbellini, capogruppo di Battiti per Verona Domani in consiglio comunale: «Per Tosi, Croce era un personaggio che passava la vita a screditare e diffamare gli avversari tanto da allontanarlo, con ignominia dall’Agec. Anni di battaglie anche legale e poi, a due mesi dalle elezioni, scoppia l’amore…»
Andrea Velardi, consigliere comunale della Lega, definisce un «Benny Hill Show questa nuova alleanza, un vero e proprio funerale della logica senza dover per forza scomodare la coerenza. Mi chiedo con quale faccia possia allearsi con l’ex sindaco di Verona chi parlava di “sistema marcio”».
Per Maria Fiore Adami, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale «Non bastava l’alleanza con Renzi, per anni goffamente smentita da Flavio Tosi ed ora ufficialmente confermata. Adesso Tosi, per un pugno di voti, si allea anche con Croce, Peggior fine politica per il secondo candidato del centrosinistra non poteva esserci».
Michele Bertucco, Sinistra in Comune, rimarca le “porte girevoli” del centrodestra evidenziando i tanti passaggi e cambi di casacca degli ultimi giorni. Anche Anna Maria Bigon, PD, commenta: «Tra un ticket e l’altro il centrodestra veronese più che una coalizione di governo per la città sembra diventato un autobus, dal quale si sale e si scende a seconda delle convenienze. Lo stesso Sindaco Sboarina, che all’inizio del suo mandato giurava di essere un civico, è nel frattempo salito sul pullman della Meloni dal momento che le intese con la Lega salviniana si erano trasformate da vino in aceto, basti ricordare l’ostruzionismo leghista alle ipotesi di alleanze strategiche tra Agsm e la lombarda A2A che ha costretto a riparare sulla seconda scelta di Vicenza. E anche l’attuale rinnovata intesa con i leghisti veronesi non è fondata su una visione comune di città, bensì su una preventiva spartizione del potere, un super manuale Cencelli da opporre all’alleanza civica di centrosinistra. Se queste sono le premesse…»