Il Covid ancora non ci lascia. L’Istituto Superiore di Sanità rileva che nell’ultima settimana sono calati i morti e i nuovi contagi, stabile l’occupazione delle terapie intensive, ma sono aumentati i ricoveri nei reparti non critici e le reinfezioni, che sono il 4,1%, in aumento. Da fine agosto 2021 al 6 aprile 2022 ci sono state 319.005 reinfezioni, il 3,1% dei casi. Le reinfezioni avvengono soprattutto nei non vaccinati, tra coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale, nei giovani e tra i sanitari.
Le reinfezioni sono l’effetto dell’aumentata circolazione delle varianti, che sono più contagiose, anche se meno gravi. Soprattutto della Omicron 1 e 2 ma anche di altre che cominciano a circolare, come la Xe e Xj. Le varianti aggirano sia l’immunità dei guariti che dei vaccinati ed è prevedibile una recrudescenza della pandemia verso ottobre. E’ quindi necessario non abbandonare determinate precauzioni, come l’uso della mascherina al chiuso, evitare gli assembramenti e utilizzare altre avvertenze igieniche. E, ovviamente, fare i richiami delle vaccinazioni.
Il tasso di mortalità per i non vaccinati è circa 5 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni e 12 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster. La reinfezione avviene soprattutto nei soggetti che si erano ammalati più di 200 giorni fa, nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni. Sono più a rischio le femmine, probabilmente a causa della loro maggior presenza in ambito scolastico e perché svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare. Più reinfezioni anche nei sanitari e nelle fasce di età più giovani.