(di Stefano Cucco) Una delegazione di amministratori della Pianura veronese si è recata a Venezia nella sede della Giunta della Regione Veneto per consegnare la richiesta di riapertura del punto di primo intervento all’interno dell’ospedale “San Biagio” di Bovolone. La delegazione era composta dal sindaco di Bovolone Orfeo Pozzani, dall’assessore Annamaria Ferrazzano, dal consigliere comunale Stefano Pagan e dal primo cittadino di Nogara Flavio Pasini, che ricopre anche la carica di presidente della Conferenza dei sindaci Distretto 3 dell’Azienda Ulss 9 Scaligera.
La richiesta è stata consegnata nelle mani dell’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. “Siamo qui”, ha detto la delegazione, “per portare la voce dei cittadini direttamente in Regione. Il nostro territorio ha bisogno di un sistema sanitario e di un Punto di primo intervento”.
Si tratta di un messaggio perentorio quello che è stato lanciato dagli amministratori della Pianura veronese. La sua chiusura, si legge nella mozione approvata durante il Consiglio comunale di Bovolone, che ha ricevuto il sostegno da parte di 24 amministrazioni comunali del territorio, “rappresenta un grave problema che penalizza fortemente le comunità dei nostri territori, già svantaggiate rispetto alle restanti parti della provincia per la scarsa presenza di servizi socio-sanitari e assistenziali. Ricordiamo”, recita il documento, “che con i suoi quasi 42mila accessi complessivi nel triennio 2017-2019 e una media di circa 14mila accessi l’anno il Punto dì primo intervento (Ppi) di Bovolone rappresenta un presidio assolutamente indispensabile per l’assistenza sanitaria territoriale in questa parte della Provincia, in grado altresì di decongestionare i servizi di Pronto soccorso di Legnago e Verona”.