Superfici in aumento e quantità in linea con la buona annata del 2021. La raccolta delle fragole nel Veronese si è aperta sotto i tunnel con buone prospettive.
“Sono aumentati gli ettari investiti a fragole nel Veronese, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, quando le produzioni erano cresciute esponenzialmente al Sud Italia. – spiega Andrea Lavagnoli, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani -. Oggi il 25% del prodotto nazionale si produce al Nord e circa il 10% nella provincia di Verona. L’aumento di superfici nel 2022 è stato favorito dai buoni risultati del 2021, quando si sono registrati prezzi e qualità nettamente superiori al 2020. Da notare che tra il 2020 e il 2021 è cresciuto il consumo di fragole. Il fenomeno che da anni registriamo è che i consumatori vedono nella fragola il primo frutto fresco di origine locale e, pertanto, viene immesso nella dieta come nutrimento di cambiamento rispetto alle modalità di alimentazione adottate fino a questo periodo”.
Quanto alle criticità, “negli ultimi anni si è manifestata una carenza di manodopera per la raccolta. Questo aspetto si ripresenta accentuato per l’anno in corso, a fronte delle maggiori superfici investite. Inoltre, si continua a fare i conti per quanto riguarda i costi di produzione legati alla guerra in Ucraina. Per il momento non si segnala una concorrenza dalla Spagna, anche a causa dei crescenti problemi legati alla coltivazione per la carenza d’acqua nel clima secco dell’Andalusia e per la logistica legata ai trasporti. Facciamo notare, infine, come le politiche di vendita molto variabili tra diversi supermercati siano un elemento di freno alla valorizzazione delle produzioni locali, innestando una grande confusione tra i produttori rispetto, in molti casi, alla non specificità delle varietà e alla qualità organolettica del prodotto”.