Verona è la seconda delle grandi città in Italia più generose nella donazione di organi.
Il dato arriva emerge dall’ultima edizione dell’Indice del Dono, il rapporto realizzato dal Centro nazionale trapianti (Cnt) che analizza tutti i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2021 all’atto dell’emissione della carta d’identità nelle anagrafi dei 6.845 Comuni italiani in cui il servizio è attivo.
Nella stessa classifica Padova si è piazzata 7^ con 66,6/100 (consensi 76%, astenuti 38%) e Vicenza 8^ (indice 64,9/100, consensi 73,7% e astensioni 38,1%). Secondo posto assoluto invece per Belluno nella classifica nazionale dei comuni medio-grandi (30-100mila abitanti), con un indice di 71,57/100, mentre in 10° posizione c’è Castelfranco Veneto.
La classifica è stata resa nota in vista della 25^ giornata mondiale dei trapianti d’organo che è stata fissata per il prossimo 24 aprile.
In questo dato c’è qualcosa che non quadra. Almeno così dovrebbero pensare tutti quelli che alla prima occasione si sprecano nel dipingere Verona come una città egoista, violenta, razzista, fascista e chi più ne ha più ne metta. Ma come? Come può essere che i veronesi, brutti e cattivi, siano tra quelli più generosi in un campo così delicato, così intimo come quello della donazione di organi finalizzati a far vivere un’altra persona?
Può essere. Anzi, è. Ed è la dimostrazione con dei fatti che tutte le parole spese per parlar male di Verona e dei Veronesi sono solo propaganda che offende ciascuno di noi.