(di Stefano Cucco) La tabacchicoltura veronese ed italiana mette a segno un grande risultato. Per il 2022, infatti, sono stati rinnovati gli impegni per la promozione della filiera tabacchicola italiana, tra il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) e Philip Morris Italia. Grazie alla firma dell’intesa, Philip Morris Italia, leader di mercato, investirà fino a cento milioni di euro per supportare la coltivazione di tabacco Burley e Virginia Bright, di cui l’Italia è leader in Europa in termini di volumi prodotti.
Si tratta del più alto investimento sulla filiera tabacchicola italiana da parte di un’azienda privata, parte di un piano di investimenti fino a 500 milioni di euro in cinque anni, che coinvolge circa il 50% della produzione totale di tabacco in foglia italiano, con il coinvolgimento di Coldiretti e l’Organizzazione nazionale tabacco Italia (Ont).
Le ricadute positive interessano anche i tabacchicoltori della provincia veronese e del Veneto, tra le regioni più vocate alla produzione tabacchicola. Secondo i dati di Veneto Agricoltura, nel 2021 la coltura del tabacco coinvolge in totale 4.100 ettari di superficie regionale concentrati per circa l’80% nella provincia di Verona (3.300 ha, +5,7%). La varietà Bright si conferma la più diffusa, coprendo circa il 97% delle superfici investite.
“Siamo molto soddisfatti per il rinnovo dell’intesa”, afferma il veronese Alberto Mantovanelli, presidente dell’Organizzazione produttori italiani tabacco (Opit), la più importante cooperativa associata ad Ont Italia che rappresenta le produzioni tabacchicole di Umbria e Veneto. “C’è bisogno di stabilità nel settore e questa riconferma di fiducia che il mercato dà alla produzione tabacchicola, in un periodo storico particolarmente difficile, ci conforta e ci fa ben sperare per il futuro. Sono 60 i produttori del Veneto coinvolti nell’accordo, la maggior parte dei quali nel veronese, con una produzione nel 2021 di 6800 tonnellate di tabacco contrattato che è ben oltre il 51% di tutto il prodotto contrattato del territorio. Un’altra buona notizia di questi giorni”, conclude Mantovanelli, “riguarda l’erogazione ai produttori agricoli del bonus economico da parte di Philip Morris Italia con cui contribuire ad affrontare le criticità legate alla crescita dei costi di produzione nel 2021 e per supportare i processi di transizione digitale ed ecologica in quella parte di filiera che rientra nel perimetro degli accordi”.
Con l’intesa raggiunta, il Ministero e Philip Morris Italia riconoscono l’importanza di promuovere soluzioni innovative che contribuiscano alla sostenibilità eco-energetica e ambientale della coltivazione, in particolare riducendo l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti, nonché riducendo le emissioni di CO2 anche grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come il biogas e il fotovoltaico. L’accordo punta, inoltre, a garantire la competitività del settore, sostenendo la formazione di giovani agricoltori e più in generale lo sviluppo dell’Agricoltura 4.0.
“Il rinnovo per il 2022 degli impegni di Philip Morris Italia con il Mipaaf relativi al sostegno nei confronti del settore del tabacco italiano”, afferma Gennarino Masiello, presidente di Ont Italia e vicepresidente nazionale di Coldiretti. rappresenta un’ottima notizia per i territori specializzati nella produzione di tabacco, come Campania, Umbria, Veneto e Toscana. Con la firma si conferma la volontà di Philip Morris Italia, ormai decennale, di investire risorse importanti nel nostro Paese e di proseguire l’azione in favore della prevedibilità e sostenibilità per i produttori di tabacco che rientrano negli accordi di filiera, strumenti ormai imprescindibili per garantire visione e futuro alle filiere produttive.
Lo scenario attuale, caratterizzato da forti tensioni geopolitiche e con una pandemia ancora non sotto controllo, determina importanti riflessi sui costi di produzione e incertezza sulle traiettorie strategiche delle imprese. Per questo, la possibilità per una parte della tabacchicoltura italiana di poter contare su accordi stabili, pluriennali, caratterizzati da una forte integrazione di filiera e da impegni importanti in termini di volumi di acquisti e servizi, deve essere accolta con grande favore, anche in considerazione delle difficoltà presenti sia a livello settoriale che per l’intera agricoltura italiana”.
“L’intesa con il Ministero”, spiega Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia, “conferma la nostra volontà di supportare nel lungo periodo la tabacchicoltura in Italia per renderla sempre più competitiva in un settore in rapida trasformazione», ha commentato Che ha aggiunto: «L’agricoltura rappresenta le fondamenta di una filiera integrata italiana, che comprende anche la manifattura 4.0 e i servizi, totalmente orientata alla produzione di prodotti innovativi senza combustione. La collaborazione con i tabacchicoltori italiani è un elemento fondamentale nella trasformazione del nostro settore verso un futuro senza fumo”.
Ricordiamo che il Veneto è territorio d’eccellenza per il tabacco: vi operano 30 delle circa 400 imprese aderenti all’Associazione, che danno lavoro a circa 3.000 collaboratori. La provincia di Verona è il principale polo tabacchicolo della Regione, con quasi 3.000 ettari impiegati e una produzione che supera le 12.000 tonnellate. Seguono la provincia di Vicenza, con 406 ettari coltivati e 1602 tonnellate di produzione, e, al terzo posto, la provincia di Padova, con 248 ettari e 1046 ton.
Da notare che negli ultimi 10 anni, BAT Italia ha investito oltre 200 milioni di euro nella tabacchicoltura italiana, versando, ogni anno, all’Erario, con oltre 3 miliardi di euro di accise. Un impegno agricolo importante, dunque, ossia, volontà di continuare a contribuire al primato dell’Italia, come primo Paese produttore di tabacco, nell’Unione Europea (quota pari a circa il 30%, con volumi complessivi intorno a 50.000 tonnellate l’anno).