Il Covid si sta trasformando in un’infezione molto diffusiva ma meno grave rispetto alle prime varianti, che il più delle volte, soprattutto grazie alle vaccinazioni, si manifesta con una malattia asintomatica o con un banale ‘raffreddore’, non possiamo dimenticare che continua a fare vittime. Solo ieri 202 morti in Italia, 11 in Veneto, 2 a Verona: non sono pochi.
Ma adesso, tanto per non farsi mancare niente, si sta affacciando un nuovo problema sanitario preoccupante: l’epatite acute che nelle ultime settimane ha colpito giovani e giovanissimi. Non si può chiamare allarme, ma l’attenzione è alta per i casi di epatite acuta di origine sconosciuta in bambini sani segnalati in Europa ed ora anche nel nostro L’Organizzazione mondiale della sanità, il mondo scientifico stanno monitorando il fenomeno.
Il ministero della Salute ha spedito una circolare, firmata dal direttore alla prevenzione Gianni Rezza, con le indicazioni dei controlli da effettuare in seguito “epatite di natura sconosciuta” con cuicchiede a tutte le organizzazioni sanitarie e ai medici di segnalare ogni caso sospetto di epatite di cui non comprendono le cause. “Si raccomanda, in questa fase,- scrive la circolare- volendo privilegiare sensibilità rispetto a specificità, di valutare ed eventualmente segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione di caso. Si raccomanda altresì di prevedere in ogni caso la conservazione dei campioni biologici per consentire ogni altro eventuale accertamento ritenuto necessario”.
Al momento non c’è alcuna correlazione dimostrata fra questa patologia e il Covid. L’Oms il 5 aprile è stata informata di 10 casi di epatite acuta grave di origine sconosciuta in bambini fra gli 11 mesi e i 5 anni nella Scozia centrale. L’8 aprile in tutto il Regno Unito erano stati identificati 74 casi. “I virus dell’epatite A, B, C, E e D sono stati esclusi dopo i test di laboratorio, mentre sono in corso ulteriori indagini per comprendere l’eziologia di questi casi”, ha specificato l’Oms. Successivamente sono stati segnalati 5 casi in Irlanda e 3 in Spagna.
Al 22 aprile sono giunte in totale 11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto), si legge nella circolare del ministero della Salute. Due casi sospetti anche a Verona all’Ospedale di Borgo Trento