Le guardie armate, suddivise in tre squadre più la macchina che segue il mezzo, dalle 14 alle 22 su linee extraurbane, si stanno rivelando un efficace deterrente per i malintenzionati. Interessante la relazione che il direttore generale di ATV Stefano Zaninelli ha reso alla Commissione Sicurezza nell’ultima seduta di questa amministrazione convocata dal presidente Andrea Bacciga.
«Dal 7 aprile, cioè da quando abbiamo iniziato con questi interventi mirati di sicurezza sugli autobus, la situazione è notevolmente migliorata – ha spiegato il direttore generale di ATV Stefano Zaninelli –. Accade ancora qualche episodio. Ieri una signora magrebina è salita ubriaca e a San Giovanni Lupatoto ha urinato sul mezzo, dando in escandescenze; sono dovute intervenire anche le Forze dell’ordine ed è stata portata via con l’ambulanza. L’altro giorno, invece, in una delle linee che va verso Sud, un magrebino ha assalito un nostro addetto alla sicurezza sferrandogli pugno e anche in questo caso si è reso necessario l’ausilio della Polizia. Sono comunque calati di molto gli episodi in cui gruppi di 8-10 persone minacciavano gli utenti, spaccavano bottiglie e fumavano. Proseguiamo su questa strada a pieno ritmo fino a chiusura scuole con le tre suadre di guardie, mentre dal 13 giugno ne utilizzeremo solo con una da alternare sulle linee, che verranno ridotte proprio per la cessazione dell’attività scolastica – ha continuato Zaninelli–. La nostra scelta è stata premiante: ha portato tranquillità non solo ai nostri autisti ma anche agli utenti. Negli ultimi mesi, infatti, avevamo notato un calo di abbonamenti di lavoratori e studenti proprio su quelle linee in cui c’erano criticità. Un campanello d’allarme per il rischio disaffezione al trasporto pubblico, che avrebbe potuto penalizzarci in maniera importante. Ricordo che per le guardie armate l’azienda paga quasi 1.800 euro al giorno, una scelta onerosa considerando anche che a causa del Covid nello scorso anno siamo passati da 180mila utenti al giorno ai 120mila, che in termini economici significa un ammanco di 18 milioni di euro sulla vendita di titoli di viaggio. Quest’anno la perdita si attesta intorno ai 14 milioni.
Siamo soddisfatti di questo intervento – ha concluso il direttore generale di ATV –, comunque oneroso e non recuperabile a livello finanziario con qualche abbonamento in più, ma doveroso per i nostri lavoratori e per l’utenza».