Traforo, filobus, ciclabili, interventi alla viabilità. Flavio Tosi questa mattina in Cortile Mercato Vecchio, ha presentato le sue proposte su infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. Con Tosi gli ingegneri Luciano Ortolani, Giampiero Cigolini e Ansel Davoli e l’architetto Gian Arnaldo Caleffi, in rappresentanza della squadra di tecnici e professionisti che hanno contribuito alla stesura del programma.
Tosi è partito dal traforo: “Nel 2013 avevamo aggiudicato la gara dopo cinque anni di iter burocratico, ricorsi al Tar e battaglie furibonde contro i no ideologici dei comitati. Ebbene, Sboarina ha annullato la procedura, ciò significa oggi dover ricominciare daccapo su varianti urbanistiche, progetto e gara. Noi ripartiamo da lì, con lo stesso progetto a due canne e quattro corsie, ma da realizzare a stralci, perché rispetto al passato le possibilità finanziare sono diverse. Quindi innanzitutto si procede con la parte fondamentale da Poiano a Ca’ di Cozzi, tutto in galleria e senza nessun svincolo sulle strade di Avesa e Quinzano. Con i 53 milioni di contributo di Autostrade e il pedaggio i soldi ci sono. E con i fondi del PNRR si potrà poi proseguire da Ca’ di Cozzi a Verona Nord come da nostro progetto originario”.
Sul filobus Tosi ha detto che “l’attuale amministrazione ha perso cinque anni, i lavori erano partiti con me nel gennaio 2017 e avrebbero dovuto essere completati proprio quest’anno. Ora Sboarina e Amt, dopo cinque anni di gestione disastrosa, centinaia di alberi secolari tagliati inutilmente e cantieri bloccati, per non dover pagare penali da decine di milioni hanno firmato con il ministero (il CIPESS nda) impegnandosi a finire tutto in tre anni; significherebbe tra l’altro rimettere a soqquadro la città con cantieri ovunque”. La soluzione, ha aggiunto Ortolani, invece è diversa: “Vanno cambiati i termini dell’accordo con il CIPESS: niente più fili, nessuna corsia dedicata in Via Mameli, no alle banchine in mezzo alla carreggiata, realizzazione dell’opera in cinque anni con lavori a stralci, per non caricare la città di cantieri ovunque in contemporanea”.
Davoli ha illustrato le proposte su mobilità dolce e ciclabilità, che hanno un obiettivo: “Portare Verona nelle prime trenta città italiane per performance ambientali e qualità dell’aria, oggi nelle rispettive classifiche siamo 65esimi e 85esimi. In dieci anni vorremmo ridurre del 44% l’utilizzo dell’auto, significherebbe vedere circolare 15mila vetture in meno ogni giorno”. Davoli ha spiegato come fare: “Bisogna realizzare davvero (e non solo annunciare) l’attuale biciplan di 24 itinerari e implementarlo con nuovi percorsi. Penso a piste ciclo-pedonali sulle alzaie dell’Adige, a sbalzo tra Ponte Pietra e i giardini della Giarina, o al ponte ciclopedonale tra Lungadige Teodorico e Lungadige Donadelli. Ma sulle ciclabili vanno investiti soldi veri, l’Amministrazione Sboarina invece ha messo zero, salvo disegnare delle pseudo piste sull’asfalto in mezzo alla strada: l’unica che ha inaugurato (la Saval-Centro storico) è stata progettata e finanziata dall’Amministrazione Tosi per 1,4 milioni di euro”.
Cigolini ha spiegato come ripensare alla mobilità tra San Michele e Ponte Aleardi, risolvendo quindi i nodi di Corso Venezia (da rimodernare sull’esempio di Corso Milano), Porta Vescovo e degli incroci a più direttrici di Breccia Capuccini (Via Franco Faccio, Raggio di Sole, Via Basso Acquar). “La scelta che intendiamo portare a compimento è quella di optare per condizioni di traffico più lente, ma a flusso regolare e continuo eliminando le pesanti attuali interruzioni semaforiche. In tale logica, si darà attuazione all’ottimizzazione dell’incrocio tra Viale Venezia e Porta Vescovo (verso la stazione ferroviaria), secondo un progetto già predisposto in termini di fattibilità, ma mai attuato dall’Amministrazione attuale. Analogamente si modificherà l’incrocio di Ponte Aleardi, secondo il progetto già predisposto dall’Amministrazione del Sindaco Tosi, favorendo il flusso continuo con la sistemazione dell’incrocio tra Via Franco Faccio e Via Basso Acquar, secondo il progetto privato nell’ambito delle opere di compensazione per l’intervento urbanistico alle Ex Cartiere, mai portato a termine. A completamento andrà riformulato l’incrocio semaforico tra Via Tombetta e lo stesso Viale Basso Acquar, nella logica della predetta continuità di flusso”.
Caleffi ha concluso sulla riqualificazione degli spazi urbani, anche tenendo conto del cambiamento climatico, quindi dei frequenti allagamenti, dell’aumento della temperatura estiva in città, favorito dalle isole di calore (riflesso dei raggi solari sull’asfalto) e dell’inquinamento atmosferico e acustico causati dal traffico. “Prevediamo la ristrutturazione delle strade urbane esistenti, realizzando una nuova rete di smaltimento delle acque meteoriche da dimensionare in base alle nuove e più consistenti precipitazioni atmosferiche. Contestualmente si piantumeranno alberi e siepi, trasformando le strade soleggiate in viali alberati che contrastino le isole di calore”.