Con un avanzo di esercizio di 25 milioni, ricavi da attività ordinaria in crescita a 39,4 milioni, costi di funzionamento ridotti del -7%, Fondazione Cariverona ha approvato il bilancio 2021. Il patrimonio netto contabile si assesta a 1,172 miliardi, mentre l’attivo finanziario torna ai livelli pre-covid a 1,751 miliardi con un progresso del 13%. Nel 2022 le disponibilità per erogazioni salgono a 27,2 milioni e sono stati sostenuti 143 progetti (+16%) con un impegno di contributi per 33,8 milioni (+71,5%).

“I bilanci 2021 testimoniano l’impegno di Cariverona anche durante l’ultimo esercizio per assolvere al meglio le sue missioni istituzionali”, ha commentato il presidente Alessandro Mazzucco, “in una cornice resa oltremodo complessa dal protrarsi dell’emergenza pandemica e dal progressivo aggravarsi della situazione geopolitica attorno al sistema Italia”. Una positività espressa anche dal direttore generale Filippo Manfredi, che ha evidenziato come “Cariverona veda migliorare tutte le principali cifre dei suoi bilanci, confermando la correttezza delle scelte operate e la capacità dell’organizzazione di eseguirle con efficienza ed efficacia”.

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Nel dettaglio dei risultati economici, della gestione patrimoniale e della la redditività, il contributo positivo alla crescita degli attivi è arrivato dalla componente azionaria diversificata all’interno dei fondi UCITS e dalla crescita di valore del titolo Unicredit che ha beneficiato dello scenario di possibile rialzo dei tassi e dell’apprezzamento per il nuovo management della banca. Il percorso di diversificazione da tempo intrapreso è continuato sia nel’area dei mercati liquidi attraverso i fondi UCITS multi-asset dedicati, cui si è aggiunto l’investimento di 70 milioni sul nuovo fondo azionario globale Blackrock Cangrande, che nel campo dei mercati privati attraverso il fondo di fondi DeA Endowment Fund, su cui agli 80 milioni precedenti sono stati aggiunti 10 milioni. La composizione percentuale degli attivi si è modificata soprattutto nella liquidità, detenuta in depositi a vista (125 milioni a fine 2021), che è passata dal 21% al 7,1% del totale degli attivi.

La partecipazione in UniCredit SpA della Fondazione al 31 dicembre scorso era dell’1,6% e rappresenta, a valori di mercato, circa il 26% del totale degli attivi. Le partecipazioni azionarie e altri investimenti: Fondazione ha in portafoglio presenze in società quotate italiane di diversi settori, iscritte in bilancio tra strumenti finanziari immobilizzati e non. Complessivamente il controvalore dei titoli azionari diversi da UniCredit è valutato in circa 28 milioni, per un peso inferiore al 2% sul totale degli investimenti. Invece le partecipazioni in società non quotate sono VeronaFiere SpA (24,1%), Aeroporto Valerio Catullo SpA (3%), Veronamercato SpA (3,6%) e A4 Holding Spa (0,14%). Per gli investimenti immobiliari, il comparto è composto da immobili acquistati con finalità reddituali per 77 milioni e dal 99,53% del fondo immobiliare chiuso Verona Property, gestito da Patrizia Real Estate Investment Management, per un valore complessivo pari a 122 milioni.

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Per l’attività istituzionale della Fondazione condotta nel 2021 si sono rese disponibili risorse complessive per 45,1 milioni rispetto ai 21 milioni inizialmente stanziati. Nel corso dell’esercizio le richieste pervenute sono state 274, di cui 131 (38% circa) hanno avuto riscontro positivo. Tenuto conto anche dei progetti pluriennali e ricorrenti con competenza sul 2021, le pratiche a buon fine con l’assegnazione di un contributo sono 143. Le risorse complessivamente impegnate sono 33,8 milioni (+71,5%). Il valore medio unitario degli impegni si attesta a 237 mila euro (160 mila nel 2020), a conferma di un’attenzione verso progetti articolati, pluriennali, sviluppati dalla rete dei soggetti partner.

La ripartizione delle risorse impegnate per settore di intervento evidenzia la prevalenza del settore Sviluppo locale con il 24,2% (due i progetti approvati), cui afferisce anche l’impegno per euro 7,2 milioni funzionale all’aumento di capitale di VeronaFiere, seguito dal settore Volontariato, Filantropia e Beneficenza con il 23,6% (34 progetti approvati), percentuale che sale al 26,6% se si considerano anche i progetti deliberati a valere sul Fondo iniziative umanitarie per 1 milione. Nel 2021 la Fondazione ha liquidato agli enti dei territori risorse per 31,8 milioni su 459 progetti, diminuendo così il debito per le erogazioni deliberate ancora da liquidare, oggi pari 85,8 milioni (-54,5% sul 2016). Per l’attività istituzionale 2022, infine, le disponibilità stanziate ammontano a 27,2 milioni che si sommano ai 21 milioni previsti dal Documento di Programmazione Annuale.

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“Il miglioramento dei risultati conferma la capacità di resilienza della Fondazione, con un cammino che non ha conosciuto soste ma anzi nuove accelerazioni proseguite anche nei primi mesi del 2022”, ha aggiunto il presidente Mazzucco, “anzitutto nel rafforzamento del bilancio ai fini di una redditività congrua e sostenibile per alimentare una più efficace erogazione verso i territori. L’innovativa programmazione sviluppata dalla Fondazione”, ha poi rilevato, si rispecchia nelle linee guida del PNRR, “indicando come grandi direttrici la tutela dell’ambiente, la formazione del capitale umano e l’innovazione sociale”.

Sul piano più strettamente finanziario il direttore generale Manfredi ha sottolineato che “il progresso nella diversificazione delle fonti di ricavo nella gestione patrimoniale ha consentito nuovi traguardi nella redditività, ponendo le basi per rafforzare le risorse disponibili per l’attività istituzionale. L’incremento dei progetti finanziati segnala l’impegno moltiplicato della Fondazione nel rispondere a domande più pressanti da parte dei territori in una congiuntura eccezionale”.