Era il 1993, l’anno in cui mentre la Prima Repubblica cadeva sotto i colpi degli avvisi di garanzia, la mafia tornava ad alzare il tiro a suon di stragi e attentati, l’economia del Paese subiva un tracollo. 70 procure avviavano lungo la Penisola filoni sulla corruzione nella pubblica amministrazione, sviluppando procedimenti a carico di 12mila persone. A distanza di tre decenni la domanda sorge spontanea: fu vera gloria? Mani Pulite rappresentò davvero il gigantesco “lavacro” di un Paese allora devastato dalla corruzione? Avvenne davvero il “cambio di regime” in politica per un salto di qualità della magistratura italiana? A queste domande cerca di dare risposte Carlo Nordio nel suo nuovo libro “Giustizia Ultimo Atto, da Tangentopoli al crollo della Magistratura”.
L’ex magistrato ha presentato la sua ultima fatica letteraria al teatro Stimmate di Verona, davanti ad una platea di centinaia di persone. All’incontro, organizzato da Verona Domani e moderato dal giornalista Lillo Aldegheri, sono intervenuti Matteo Gasparato, presidente del movimento civico che alle prossime amministrative sosterrà la ricandidatura del sindaco di centrodestra Federico Sboarina e l’avvocato e presidente di Agsm-Aim Stefano Casali.
“Tangentopoli era la malattia e Mani Pulite la cura, anche se quest’ultima si è rivelata più dannosa della prima. La giustizia è al capolinea. Il discredito del Csm, le lotte intestine tra correnti, le rivelazioni di Palamara, l’incertezza del diritto, la lunghezza dei processi, l’invasività delle intercettazioni e tante altre anomalie richiedono una radicale rivoluzione del nostro sistema giudiziario – ha commentato Nordio – La magistratura è crollata anche per eccesso di protagonismo e di arroganza da parte di alcuni settori politicizzati, ma anche la politica ha avuto le sue colpe. Mani Pulite non nacque per caso. I suoi presupposti erano politici ed economici: la caduta del muro di Berlino, l’insopportabilità per le imprese per i costi della corruzione. Vi erano tutti i presupposti per una riaffermazione della legalità, per una moralizzazione della politica – ha proseguito l’ex procuratore della Repubblica a Venezia – Ma il bilancio di questi trent’anni è purtroppo fallimentare. Lo è nell’efficienza, perché i processi sono ancora eterni, lo è per la certezza del diritto, diventata un’astrazione opinabile. Lo è nell’imparzialità di molte toghe che in questi anni hanno agito per interessi corporativi o addirittura politici“.
L’ex giudice ha affrontato anche il tema degli imminenti referendum e delle riforme: “Le centinaia di migliaia di firme raccolte per il referendum sono il segno inequivocabile di una volontà civica di ribellione: occorre una rivoluzione copernicana della Giustizia, perché il tempo sta per scadere. La riforma Cartabia è il minimo sindacale per ottenere i fondi dell’Europa. Ma per cambiare la giustizia serve di più. Gli italiani giustamente pensano che il sistema non funzioni e potranno iniziare a cambiare le cose con i referendum”.
“Non si può che sperare, così come auspicato dal dottor Nordio, che il parlamento metta in atto quelle riforme necessarie per il giusto funzionamento della giustizia, non adottando provvedimenti schizzofrenici e quindi disorganici che ne hanno peggiorato l’operatività indebolendo purtroppo la fiducia e la soddisfazione dei cittadini nei confronti del terzo potere, ossia quello giudiziario”, il commento di Matteo Gasparato e di Stefano Casali.
Il sindaco di Verona Federico Sboarina, intervenuto ad inizio convegno, ha sottolineato: “La legalità è stata e sarà anche nei prossimi cinque anni il valore fondante dell’amministrazione comunale. Da quando nel 2017 ci siamo insediati abbiamo chiuso a tripla mandata il malaffare fuori dal municipio. In passato, con altre amministrazioni, non era andata così. Poche settimane fa abbiamo intitolato l’atrio di Palazzo Barbieri ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due eroi. Sono le nostre sentinelle contro la criminalità organizzata, per le quali a Verona abbiamo dimostrato che non c’è più posto. La presenza di oggi del dott. Carlo Nordio a Verona mi onora e onora l’intera città: è una personalità a cui dovrebbero ispirarsi i nostri giovani, un esempio di dedizione al lavoro, di sacrificio, rettitudine e giustizia”.