Adesso che la pandemia è passata in una fase meno acuta e il virus, pur più diffusivo, è diventato meno aggressivo nei confronti degli organi, emergono, dopo due anni, gli effetti di quello che viene definito “long Covid”. Da uno studio pubblicato su ‘The Lancet Respiratory Medicine’ risulta che
il 55% dei ricoverati per Covid dopo 2 anni presenta ancora almeno un sintomo della malattia. A 6 mesi dall’infezione il 68% dei pazienti presenta strascichi dell’infezione, con condizioni che migliorano progressivamente. La ricerca ha seguito 1.192 persone che erano state ricoverate per Sars-CoV-2 nei primi 6 mesi del 2020 al Jin Yin-tan Hospital di Wuhan, la metropoli cinese dov’era scoppiata la pandemia. Al 54% uomini e con età media di 57 anni. A distanza di 2 anni più di un paziente su due ha ancora problemi come affaticamento e disturbi del sonno. Rispetto agli altri pazienti guariti dal Covid segnala un peggioramento della qualità di vita , stanchezza e debolezza muscolare, problemi nervosi e psicologici e maggiore necessità di assistenza sanitaria, indipendentemente dalla gravità della malattia iniziale.
Dopo due anni gli ex pazienti Covid sono in condizioni di salute generale peggiori rispetto alla popolazione generale, con il 31% che denuncia affaticamento, dolori muscolari e problemi del sonno. Segnalati anche dolori articolari, palpitazioni, vertigini e mal di testa, dolore o disagio (23%), ansia o depressione (12%). Più del 50% dopo 2 anni presenta segni di long Covid, con peggioramento della qualità della vita per dolore e disagio (35%), ansia (13%) e depressione (11%).
In definitiva dallo studio risulta che una percentuale dei pazienti che si sono ammalati gravemente di Covid impiega 2 anni per guarire completamente dalla malattia, il che rende necessario seguire i pazienti anche dopo la fase acuta. Inseguito si capirà meglio anche quale sarà l’effetto dei vaccini sul Long Covid e quello delle varianti.