(aggiornato ore 12.56) Dal 10 al 12 maggio scorso, BiDiMedia ha effettuato – via internet e social media – un sondaggio sulle intenzioni di voto dei veronesi alle prossime amministrative: la tornata del prossimo 12 giugno assume un significato nazionale che va al di là della valutazione di 15 anni di governo ininterrotto del Centrodestra in città. Un test che viene guardato con attenzione a Roma – i maggiori partiti stanno effettuando sondaggi continuativi e molto ravvicinati per verificare l’andamento della campagna e gli spostamenti delle intenzioni di voto – in vista non soltanto del voto nazionale del 2023, ma anche degli scenari seguenti. Al sondaggio (658 interviste su 800 contatti) ha partecipato anche la redazione de L’Adige. Ad oggi, Federico Sboarina è il candidato col maggior seguito (il 42,8%) seguito da Damiano Tommasi (35,2%) e da Flavio Tosi (20,7%).

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Partiamo dallo scenario dei partiti: ad oggi Fratelli d’Italia è il primo partito in città seguito dal Partito Democratico. Ma queste rappresentano le intenzioni di voto in uno scenario nazionale. Il dato cittadino, legato alle coalizioni in campo, è diverso. E lo si registra nella tabella successiva:

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I partiti e movimenti nazionali perdono ovviamente tutti aliquote di voto che vengono assorbite dalle liste civiche e, fra queste, quella di Damiano Tommasi è quella che riesce a intercettarne nominalmente di più mentre Fratelli d’Italia perde meno del PD in questa trasfusione. Anzi, rispetto al 2017 si “riprende” dalla lista del sindaco (che allora incassò il 13,62% dei consensi con 14.978 voti) una buona fetta di elettorato. Anche la Lega perde di meno e scavalca il PD nella graduatoria scaligera diventando il secondo partito scelto dagli elettori.

L’area centrista della coalizione di Sboarina pesa oggi quasi per l’8 percento, due punti in più rispetto a quella di Tommasi. Ininfluente il peso di Forza Italia che porta in dote a Flavio Tosi poco più di due punti percentuali perdendone ben due terzi rispetto all’interesse che gli Azzurri riceverebbero nel caso di consultazione nazionale (e il 50% dei voti presi nel 2017). Scarso, davvero ininfluente, il numero dei voti (un elettorato di destra, e destra radicale, essenzialmente) che Alberto Zelger toglie alla coalizione di Federico Sboarina: il confronto sulla gestione della pandemia ed il rispetto delle regole di prevenzione premia il sindaco in carica, le manifestazioni di piazza non si tramutano in voti.

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La divisione del Centrodestra porta a un ballottaggio quanto mai incerto. Ricordiamo che questa analisi è stata realizzata prima del voto del primo turno, condizione che porta a grande volatilità. Spesso infatti gli elettori dei candidati esclusi decidono chi appoggiare soltanto dopo aver visto chi accede al secondo turno, portando a grande mutevolezza dei dati. I risultati che vedremo ora sono quindi da considerare come una prima stima, che potrebbe subire importanti variazioni.

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Il dato più rilevante è la sfida aperta tra Sboarina e Tommasi.: quello tra il sindaco uscente e l’ex-calciatore è assai serrato, con Sboarina avanti solo di 1,4 punti percentuali (50,7% a 49,3%), ben al di sotto del margine di errore (+ o – 3,8%) e con un’affluenza stimata che sarà poco più del 51% nel caso di duello Sbpoarina-Tommasi e appena del 44% nel caso di ballottaggio Tommasi-Tosi. Decisivo sarà il comportamento degli incerti del primo turno: il centrodestra nel complesso resta più attrattivo in città e se l’area si saprà ricompattare al ballottaggio, risulterà vincente. Al contrario Tommasi appare più apprezzato dei singoli candidati avversari, ma deve scontarsi con una notevole difficoltà: i veronesi non credono possa farcela.

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Quali sono infatti gli scogli del momento dei candidati maggiori? Federico Sboarina pagherebbe per BiDiMedia a un gap di fiducia soprattutto nel centrodestra dove fra gli elettori fanno maggior presa gli slogan di Flavio Tosi: uno su cinque (valore omogeneo con le successive indicazioni di voto) non è contento dell’operato sin qui attuato. Per Tommasi ,invece, il gap sta nella credibilità: per la società di sondaggi i veronesi non lo vedono ancora come sindaco credibile. Solo il 16,9% di concittadini ritiene infatti che vincerà, e Tommasi è vincente al ballottaggio soltanto se si confronterà con Flavio Tosi sfruttando al massimo i veleni che il centrodestra accumulerà nelle prossime quattro settimane.

La conclusione di BiDiMedia è un “too-close-to-call“, la sfida di Verona appare tra le più incerte delle comunali 2022. Ogni candidato ha degli scogli da superare: Sboarina lo scarso apprezzamento come sindaco uscente, Tommasi la poca credibilità come vincitore, Tosi l’assenza di una forte coalizione a sostegno. Ma ci sono anche altri elementi che entreranno in gioco: la crescita esponenziale dell’interesse per le elezioni non appena partirà la macchina mediatica nazionale – Verona è la città più popolosa del Veneto, è una sfida aperta rispetto a Padova dove è già certa la vittoria del Centrosinistra, e la notorietà degli attori in campo tutti con un passato di presenze e visibilità nelle televisioni e nei quotidiani nazionali – che porterà alla probabile riduzione di quel 28% di elettorato che non sa per chi votare, potrebbe cambiare idea oppure, sapendo bene per chi votare, potrebbe decidere di disertare i seggi. Davvero, too-close-to-call: risultati troppo vicini per poter dichiarare, ad oggi, la vittoria.