(di Bulldog) Papi non si merita l’ultimo sputtanamento con la pubblicazione della requisitoria dell’accusa al processo Ruby3 sulle sue feste, a casa sua, con olgettine, nipotine di Mubarak ed altre figure similari. Non se lo merita perché sotto le elezioni, puntuali come i film di don Camillo e Peppone di Rete4, ci arriva il tormentone sui guai giudiziari dell’ex premier. Insomma, è il solito cinico accanimento che la se la prende con una persona anziana. Papi andrebbe messo a processo, sì, ma per un altro reato: la distruzione logica del centrodestra. Una distruzione scientifica fatta di stupidaggini dette, di battute fuori posto, di ministri impresentabili, di strategie ondeggianti, di fasulli richiami all’unità quando l’unica unità per lui possibile è l’adesione senza tentennamenti ai suoi desiderata del momento.
Ovviamente, tutto questo non è un reato. Ma la colpa politica rimane. Berlusconi ha creato ed ha distrutto il centrodestra. Prima lo ha reso una valida alternativa, poi una “cosa” a geometria variabile a seconda delle convenienze. Il tutto condito da patti della crostata, accordi con D’Alema per salvare Fininvest, inciuci con Renzi…abbiamo assistito a tutto. E adesso, adesso che il centrodestra ha la possibilità di tornare in pochi mesi al governo unito arriva questa furbizia delle amministrative: si va in ordine sparso, tanto poi ci ritroviamo al secondo turno. Una volta un colpo alla botte Salvini; un’altra al cerchio Meloni sperando che gli avvocati e i certificati medici non lo portino in aula, davanti ad una corte…
Delle due l’una: o si fanno delle vere primarie e prima del voto tutti gli elettori di centrodestra decidono chi candidare (nota bene, gli elettori non le camarille) oppure la tanto sbandierata unità è una balla. Una balla che non tiene nemmeno conto che gli elettori di centrodestra votano con la loro testa e, sistematicamente, palesano la loro contrarietà non andando a votare. Cosa che sta accadendo anche a Verona: l’ultimo sondaggio reso pubblico dà un quadro inquietante: astensione al ballottaggio fra il 44 ed il 51%, come cinque anni fa. Con quale artificio verbale, con quale scusa i Berluscones cercheranno di convincere gli elettori di Papi a votare al secondo turno il loro avversario del primo turno? Una valanga di fantasie per giustificare quanto non è, e non sarà, giustificabile: l’unità dopo la divisione, senza aver chiarito mai le ragioni vere della divisione.
Si è sempre detto che Verona è un laboratorio politico. Magari questa volta certificherà che senza un rinnovamento profondo il centrodestra – atlantista e putiniano insieme; europeista e isolazionista insieme; statalista e liberista insieme; federalista ma soltanto se comandano sempre Venezia o Roma – , questo centrodestra, ha forse raggiunto il suo livello più basso. La vera sfiga è che oggi nemmeno la Crimea è in grado oggi di accogliere Papi. E l’Egitto, purtroppo, ce lo siamo già giocato…