In Italia ci sono 3 casi di vaiolo delle scimmie e sono tutti ricoverati all’Istituto di malattie infettive Spallanzani di Roma, e tutti sono collegati al caso zero. Per ora i malati sono trattati con terapia sintomatica. All’occorrenza potrebbero essere usati potrebbero esser usati degli antivirali in via sperimentale. Il Direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia tranquillizza: “Situazione da tenere sotto controllo ma non desta allarme. La trasmissione uomo-uomo caratterizza buona parte dei casi riscontrati. Non si può definire come una malattia a trasmissione sessuale e che riguarda in particolare gli omosessuali. Al momento sappiamo che riguarda i contatti stretti”. Lo affermano gli esperti dello Spallanzani nel corso di una conferenza stampa sui casi di vaiolo delle scimmie.
Non si tratta di una nuova malattia ma di un vaiolo minore, con una sintomatologia più lieve. La prossima settimana prevedono di isolare il virus. Così si potrà sapere se nel sangue di quelli che sono stati vaccinati contro il vaiolo, che oggi hanno più di 50 anni, sono presenti anticorpi che neutralizzano questo virus. Secondo il Dg dello Spallanzani chi è già stato vaccinato contro il vaiolo non dovrebbe correre nessun rischio. Ciò non vuol dire che bisogna che gli under50 corrano a vaccinarsi. Lo sapremo in seguito. Per capire se c’è la malattia bisogna osservare la pelle, vedere se c’è qualche macchia, accompagnata da febbre e spossatezza. Ma nessun allarme.