Anche se ci consideriamo ormai in salvo e fuori dalla pandemia anche ieri in Veneto ci sono stati 551 i nuovi casi di Covid-19 e anche 4 morti che portano il totale a 14.648 vittime. Una guerra. Ci sono ancora 650 pazienti nei reparti medici e 39 nelle terapie intensive 39. E anche ieri in Italia ci sono stati 80 morti.
E poi c’è il Long Covid, che secondo l’Assessorato alla Sanità, continua a perseguitare anche dopo la guarigione il 5% dei pazienti veneti. L’emergenza non c ‘è più e neanche la paura. Ma il virus sì, c‘è ancora. E anche se con manifestazioni di gran lunga meno gravi costringe i positivi a stare a casa, ad essere assenti dal lavoro, con tutti i danni che ne conseguono.
Secondo i medici internisti internisti i pazienti che non si liberano dei postumi dopo essersi negativizzati sono in Veneto il 5% , il dato più basso nazionale, visto che va dal 5 e al 10%. I sintomi sono la stanchezza cronica e ‘nebbia cerebrale’. L’età media dei casi è tra i 30 e i 60 anni. La variante Omicron, rileva ancora l’indagine Fadoi, la federazione dei medici internisti, è rimasta invariata nella percentuale di pazienti Long Covid. Ma c’è stata una notevole recrudescenza delle malattie infettive rispetto al periodo pre-pandemico.
“I problemi maggiori – spiega Ernesto De Menis presidente della Fadoi Veneto e Direttore Unità Operativa 2 Medicina Generale dell’Ulss 2 Veneto. – sono l’uso di personale connesso al mantenimento di reparti Covid anche per pazienti internistici, ma asintomatici. Tali risorse sono sottratte ai reparti di medicina interna non Covid”.