Una Verona che metta al centro la donna nella pubblica amministrazione, per servizi efficienti e un’effettiva e concreta partecipazione alla vita pubblica. Lo propone, con un programma dedicato e dettagliato, il gruppo politico che sostiene il candidato Sindaco Flavio Tosi.
Lo hanno presentato questa mattina al Bar Ristorante Corsini, presente anche lo stesso Tosi, le candidate al Consiglio comunale di Fare con Flavio Tosi dr.sse Patrizia Bisinella e Manuela Calderara, con le avvocate Carlotta Pizzighella (candidata di Forza Italia) Adriana Baso (Lista Tosi) e Rosanna Credendino, consulente legale del centro antiviolenza Petra.
Tosi ha premesso “che la parità, prima ancora che un programma politico, è un fatto culturale. In questi anni l’Amministrazione Sboarina ha dimostrato una visione della donne oscurantista e medioevale, pensiamo al patrocinio dato al Congresso della Famiglia del 2019, o l’ultimo caso delle nomine in Fiera di tutti uomini, nonostante di donne di valore a Verona ce ne siano. Bisogna innanzitutto ripartire da una visione culturale di effettiva parità e credo che il nostro sia un bel programma verso il cambiamento”.
Bisinella ha annunciato che con Tosi Sindaco “verrà creato un bilancio di genere, complementare al bilancio sociale del Comune, così da monitorare entrate e uscite dedicate esclusivamente agli investimenti su politiche e servizi per le donne e la famiglia. In concreto: pensiamo a misure per sostenere la genitorialità, le donne lavoratrici durante e dopo la maternità e le famiglie, attraverso un potenziamento capillare dei servizi dell’infanzia e per le donne che a casa si occupano di anziani non autosufficienti o familiari con disabilità. Il nostro programma punta a risolvere moltissime problematiche oggi esistenti, un Comune può fare molto: dall’aumentare i numeri di asili nido pubblici o in convenzione, dall’aiutare le famiglie più in difficoltà nel pagamento delle rette, dal prolungare gli orari dei centri estivi, insomma fungere da regista e catalizzatore di iniziative pubbliche e private di welfare che aiutino donne e famiglie”.
Manuela Calderara ha lanciato la proposta di istituire “un network pubblico e privato del welfare dedicato ai servizi per infanzia, sociale e famiglia. Il Comune può creare questo sistema di connessione con le imprese private, gli enti, le organizzazioni di volontariato e le associazioni che volessero partecipare, per sviluppare strutture e servizi come asili nido, doposcuola, baby parking, ritrovi estivi per bambini, attività ricreative, trasporti, o permettere in casi particolari che un padre o una madre possano portare il figlio nel posto di lavoro. Ogni ente o azienda può aderire volontariamente a questo network indicando i servizi che può offrire, il Comune ricambia con bonus fiscali e incentivi. L’obiettivo è migliorare la conciliazione famiglia-lavoro, qualità della vita, sostegno al lavoro femminile”.
Adriana Baso ha detto che “questo sistema di connessione pubblico e privato significa attuare il principio di sussidiarietà orizzontale sancito dalla Costituzione, dove non arriva il privato deve intervenire il pubblico, quindi in questo caso il Comune, l’ente più vicino al cittadino, facilitando la formazione di pari condizioni sostanziali tra uomini e donne nell’accesso e partecipazione alla vita pubblica e sociale”.
Carlotta Pizzighella, avvocato e mamma, ha ricordato “che se c’è il giusto supporto, una donna può fare tutto, lavorare, crescere i figli e impegnarsi nella vita pubblica. Ma occorrono politiche pubbliche di equità, che è un concetto diverso dall’uguaglianza. Uomini e donne hanno le loro diversità, e meno male, che vanno valorizzate, ma le condizioni e i diritti devono essere alla pari per tutti e tutte”. Rosanna Credendino, ha sottolineato che “il programma del candidato Tosi fornisce molti strumenti per arrivare a una reale parità di genere, si ispira all’ottimo Family Act del ministro Bonetti appena licenziato dal Senato”. Credendino, per sua esperienza professionale, ha affrontato il tema della violenza sulle donne. “Il Covid ha aggravato il fenomeno, perché molte donne sono state costrette in casa proprio con chi le maltrattava. Bisogna aiutare le vittime di violenza ad allontanarsi dal loro carnefice, attraverso l’indipendenza economica e gli affidi diurni di familiari anziani e figli piccoli, la cui cura e assistenza quasi sempre è a esclusivo carico delle donne.