’La questione demografica’, tema del convegno di ieri all’Auditorio di S.Fermo organizzato per Fidapa da Teresa Battista, notaio in Verona. Relatori: Massimo De Manzoni, condirettore de ‘La Verità; il deputato Gianni Dal Moro (Pd); l’ex-senatore Paolo Danieli; Marco Minozzo, docente di statistica all’Università di Verona ed Elena Zenga, responsabile dell’Ufficio statistica del Comune di Verona.
Dalle relazioni dei due demografi ne è uscita una situazione che vede l’Italia nella situazione peggiore per nascite e ricambio della popolazione. Verona, ancora attrattiva, è la prima città del Veneto per numero di abitanti. E non è più Veronetta il quartiere a maggior densità di immigrati, ma le Golosine. Minozzo ha definito la situazione ormai irreversibile a causa della ‘trappola demografica’, costituita dal fatto che essendo calate le nascite ci saranno meno madri e quindi ancora meno figli.
«Sarà anche così- è intervenuto Danieli, che 30 anni fa è stato il primo parlamentare a lanciare l’allarme con un disegno di legge che stabiliva interventi a favore della natalità- ma se allora mi avessero ascoltato non saremmo a questo punto. Da qualche parte bisogna pur cominciare. E se Bolzano è l’unica provincia italiana in controtendenza grazie all’autonomia che gli permette di avere più soldi per aiutare le coppie è da lì che si può cominciare. Ben sapendo che il problema è innanzitutto culturale, colpa del modello di società imposto dal capitalismo nella sua versione ‘turbo’».
Anche De Manzoni non ritiene siano solo i motivi economici come causa della denatalità. «E’ una questione culturale. All’avere un figlio si preferisce la possibilità di andare in discoteca o al ristorante con gli amici. La cultura dominante favorisce gli aborti. Finché ci sarà chi si occupa della legge Zan invece di creare le condizioni per far nascere più bambini non andiamo da nessuna parte».
Dal Moro, cattolico del Pd, non ci sta e denuncia che «per troppo tempo ci siano interessati di quello che gli italiani fanno in camera da letto. E’ arrivato il tempo di interessarsi a quello che fanno dopo che ne so no usciti!» nel senso che bisogna prendere provvedimenti economici e sociali che favoriscano le coppie che voglio avere un figlio. Ed ha sottolineato come Verona «pur essendo la città più grande, sia emarginata nel Veneto e subordinata da troppi anni alle scelte del potere del triangolo Venezia-Padova-Treviso». «Sono anni – ha detto Dal Moro- che gli stipendi non vengono adeguati al costo della vita. Ed una più equa distribuzione della ricchezza favorirebbe anche la natalità».
Insomma, come ha ricordato Danieli “quando le culle sono vuote il paese piange”.
E anche se oggi l’Italia non sta proprio piangendo, manca quell’ottimismo che dovrebbe caratterizzare i giovani che affrontano la vita. Invece non vedono niente di buono nel futuro, vivono nella precarietà e faticano a mettere in piedi una famiglia.