“Il reddito di cittadinanza è una mostruosità che va abolita”. La pensa così Cristina Sandrin che, smessi i panni della “siora Gina” si è candidata al Consiglio comunale di Verona per FdI.
“Si pensi solo ai ‘navigator’, le figure che secondo la legge avrebbero dovuto trovarti il lavoro. Dove sono a fronte delle migliaia dei datori di lavoro che hanno necessità di trovare personale? Dovrebbero essere loro a rispondere a queste domande” dice Cristina Sandrin, che è avvocato civilista e della materia ne mastica.
“La legge prescrive anche che se il percettore dell’assegno rifiuta l’occasione di lavoro lo stesso navigator è tenuto ad annotare questa sua decisione sulla sua scheda personale. Ma questo non avviene. Io stessa, nella mia professione, mi sono trovata a fare una specie di ‘navigator’, ma mi sono sentita rifiutare l’opportunità che stavo offrendo perché la maggior parte di chi percepisce il “reddito” sta bene così. Al limite accetterebbe alla sola condizione di lavorare “in nero” per non perdere l’assegno. Il più delle volte – aggiunge- non rispondono nemmeno alla domanda per non rischiare di perdere l’assegno dopo uno o più rifiuti.”
E qui la sua proposta: “Mi rendo conto che questo problema non rientra nelle competenze dei Comuni, ma se dovessi essere eletta in Consiglio Comunale chiederei che venisse fatta una mappatura di tutti coloro che ricevono il reddito di cittadinanza all’interno del Comune di Verona”.
Da questa mappatura potrebbero emergere dati interessanti. Quanti sono a Verona le domande rispetto alle offerte di lavoro; quanti posti di lavoro vengono rifiutati; che cosa fanno tutto il giorno i percettori del reddito di cittadinanza; quanti di loro lavorano in nero; che cosa fanno i navigator e tante altre notizie utili a farci capire dove e a chi finiscono i nostri soldi. “E poi il Comune potrebbe mandare il tutto a Draghi.”