La lettera è stata inserita nelle buca delle lettere di moltissime abitazioni veronesi. La busta che la conteneva indicava che era indirizzata “al capofamiglia”. Questo ha suscitato in giornata un mare di polemiche a mezzo stampa e a mezzo social: il capofamiglia, infatti, non esiste più all’anagrafe pubblica. Per il centrosinistra la conferma che il mittente della lettera – la Lega e per estensione tutto il centrodestra – hanno sulla famiglia una visione talebana, o quantomeno ottocentesca, con la figura del pater familias in evidenza e quella della moglie e della prole in posizione di sudditanza. Tutte cazzate, ribatte in serata la Lega: “Se la sinistra parolaia ancora una volta si rifugia in questioni da azzeccagarbugli e scatena una polemica sul nulla vuol dire che sa di non essere competitiva rispetto ai punti del Programma che abbiamo inviato a tutte le cittadine ed i cittadini di Verona.
Sollevano un ennesimo polverone a sproposito per distogliere l’attenzione dalle azioni che metteremo in campo con il rinnovo dell’attuale Amministrazione e che nascono da un lavoro di ascolto della Cittadinanza durato mesi: Sicurezza, Decoro urbano, Ordine nei quartieri, Sostegni a famiglie e imprese.
Tutte questioni fondamentali per la Lega, che abbiamo messo nero su bianco nella Lettera inviata alle cittadine ed ai cittadini di Verona in cui presentiamo la nostra squadra per le Amministrative imminenti e ribadiamo i punti chiave del nostro Programma; una Lettera che si apre in maniera chiarissima com la locuzione “Cara Veronese, caro Veronese”. La parola “capofamiglia”, non è stata indicata da noi ma apposta sulla busta dalla società che si occupata dalla distribuzione e che è a tutt’oggi utilizzata anche da ISTAT. La sinistra dimostra che è completamente lontana dai bisogni delle persone che alla politica chiedono risposte concrete ai loro problemi e bisogni e non dispute lessicali”.