Nessun apparentamento con Flavio Tosi, nessuna diluizione del programma. In una piazza San Zeno bollente, circondato da elettori e dai rappresentanti di tutta la sua coalizione, dopo un veloce abbraccio alla moglie, Federico Sboarina guarda dritto in telecamera e spiega che no, non è possibile nemmeno lasciar immaginare una scelta di palazzo per il ballottaggio: «Ringrazio Silvio Berlusconi, Forza Italia, ed anche Flavio Tosi, per la disponibilità immediatamente mostratami, ringrazio i leader nazionali dei partiti coi quali mi sono sentito più volte in questi giorni, ringrazio i colleghi della coalizione che in questi giorni mi hanno aiutato a fare chiarezza ed alla fine a prendere la mia decisione. Come nel 2017, non do spazio ad apparentamenti di sorta: la gente non capirebbe, sembrerebbe la classica operazione salva-poltrone. Invece, io sono per la coerenza: per dire chiaramente ai cittadini chi siamo e cosa vogliamo. E per chiarezza ho già informato Forza Italia della mia decisione.
Quindi ora mi rivolgo direttamente agli elettori di centrodestra: oggi la scelta è chiara. Da una parte il centrodestra coi suoi valori, la sua competenza, il suo lavoro già impostato che già sta portando Verona dentro l’Europa; dall’altra un centrosinistra che deve ancora dire chiaramente cosa vuol fare. Vuole le Olimpiadi del 2026? non si sa. Vuole il central park? non si sa. Vuole le infrastrutture? non si sa. Il cuore della maggioranza dei veronesi batte nel centrodestra a prescindere dagli spostamenti dei simboli: mi rivolgo a loro sia dal punto di vista valoriale, dal punto di vista progettuale, dal punto di vista della concretezza. Noi abbiamo portato fuori Verona dal Covid e l’abbiamo rilanciata in Europa. Dall’altra parte, sappiamo chi sono: sono gli stessi che hanno guidato Verona dal 2002 al 2007 fermandone la crescita. Io non voglio un futuro che ci faccia rivivere quel passato. Credo che i veronesi di centrodestra non lo vogliano, ed a loro io mi appello. Auspico una discussione nel centrodestra sul programma, anche una manifestazione unitaria del centrodestra: ma qui mi fermo. Chiedo ai Veronesi una scelta di campo; chiedo di premiare il buon governo di Verona collegato al buon governo della Regione con la quale abbiamo realizzato tante cose che sono servite a rilanciare Verona dopo il Covid».
La mossa di Federico Sboarina cambia completamente lo scenario politico: toglie a Tommasi tutta la narrazione del “vecchio contro il nuovo” e non dà a Flavio Tosi quella agibilità che si era conquistato appena ieri aderendo, con tutte le sue liste, a Forza Italia. Toccherà all’ex sindaco decidere ora come aderire all’invito di Sboarina oppure se ritirarsi sull’Aventino. Comunque, Tosi resterà coi suoi numeri in Consiglio comunale, nella minoranza del Consiglio, e dovrà attendere altri cinque anni per ripresentarsi agli elettori.
Sboarina – se vincerà la sfida con Tommasi – non dovrà passare ogni giorno sotto le forche caudine dei berluscones in grado di far pesare ogni decisione dei propri consiglieri (otto in caso di apparentamento). Ed avrà un ruolo nazionale ancora più saldo avendo saputo ricompattare il centrodestra e ribaltare il risultato del primo turno. Un atto, va riconosciuto, di coraggio e di finezza politica. Sboarina però si schermisce: «Non faccio i conti in casa d’altri. Qui ci giochiamo il futuro. Un futuro che abbiamo già avviato col nostro lavoro oppure il ritorno ad un passato di vuoto assoluto».