(in aggiornamento) Immediate le reazioni della politica veronese al “gran rifiuto” di Federico Sboarina alla proposta di apparentamento avanzata da Forza Italia. Ciro Maschio, coordinatore di FDI a Verona: «Fratelli d’Italia ha sempre lavorato per l’unità delle forze del centrodestra nella migliore forma possibile, come auspicato dagli elettori alternativi alla sinistra. Non eravamo contrari a priori all’apparentamento. Il sindaco Sboarina ha ritenuto di non accettarlo anche per ragioni tecniche legate alla legge elettorale. In ogni caso, condividiamo l’appello a coinvolgere il centrodestra e a condividere con tutto il centrodestra il programma e la squadra della prossima amministrazione. Ora lavoriamo per vincere e non consegnare Verona alla sinistra giallorossa nascosta dietro a Tommasi».
Per Flavio Tosi e Michele Zuin, coordinatore regionale dei Berluscones: «Nonostante gli sforzi profusi con senso di responsabilità da Forza Italia per il dialogo e l’unità del centrodestra, in primis dal Presidente Berlusconi, Sboarina e Fratelli d’Italia oggi hanno deciso di spaccare il centrodestra a Verona e di offrire un pericoloso assist alla sinistra. Ne prendiamo atto, con profondo rammarico e soprattutto immaginando lo sconforto e la delusione del 24 per cento degli elettori veronesi (e di quasi la metà degli elettori del centrodestra) che hanno votato Tosi e Forza Italia al primo turno, dando fiducia a una visione liberale, dinamica, pragmatica e di buon governo della città. Lanciare generiche chiamate al nostro elettorato quando platealmente non se ne rispetta la volontà, è un esercizio velleitario, miope, senza prospettiva. Come si può fare appello a tutto il popolo del centrodestra, se la metà di questo non troverà sulla scheda per il ballottaggio i simboli ed i riferimenti ai quali ha dato fiducia al primo turno? E si pretende pure che quel 24% venga rappresentato in Consiglio Comunale da degli eletti tra le fila della minoranza…
Noi non abbiamo chiesto poltrone o assessorati sottobanco (quello è un accordo di palazzo), ma solo di applicare in modo chiaro e trasparente la legge sui ballottaggi. Il rifiuto aprioristico denota immaturità politica ed è un errore madornale perché rischia di consegnare una città di centrodestra come Verona, baluardo dei valori liberali e moderati, alla sinistra».
Sottolinea Giorgio Pasetto, di +Europa: «Il mancato accordo tra Sboarina e Tosi, non sposta di una virgola il giudizio su questa destra. Purtroppo, da un sindaco eletto come civico, che durante il mandato aderisce a un partito per assicurarsi il futuro politico e un ex sindaco che fa la stessa cosa solo dopo avere incassato i voti del primo turno, c’è da aspettarsi di tutto. Anche che questo mancato accordo sia solo una operazione di facciata, anzi, di faccia. Quella faccia che entrambi stavano per perdere davanti ai loro elettori. Una cosa è certa: Verona è l’ultimo dei loro interessi. Per far cambiare questo giudizio , dopo le giravolte degli ultimi giorni, dovrebbero avere il coraggio di dichiarare che non li troveremo candidati alle elezioni politiche del prossimo anno. Ma naturalmente non possono farlo. Fortunatamente tanti veronesi hanno capito che c’è la possibilità di una svolta, altri lo capiranno da qui al giorno del ballottaggio».