«Per noi non cambia nulla, sapevamo da sempre che erano divisi. Noi pensiamo alla nostra campagna, a quello che vogliamo per la città. Non guardo a cosa succede nel campo avversario». Damiano Tommasi prosegue il suo “viaggio” nei quartieri (questa mattina è fra lo Stadio e San Massimo), ma commenta le evoluzioni dello scenario politico dopo il no-deal fra Sboarina e Tosi. «Davvero, guardiamo avanti, ma per me non è certo una sorpresa».
Centrodestra diviso può significare anche una competizione più serrata nei prossimi giorni, mancando l’effetto “maggioranza” nell’altra compagine?
«Non so se prima della rottura di ieri avessero realmente la certezza di essere “maggioranza” fra i cittadini veronesi… Ma anche in questo caso, l’impegno prioritario per me resta quello di convincere i veronesi a tornare a votare per il turno di ballottaggio. Soprattutto, convincere quelli che sono mancati al primo turno di andare al seggio domenica prossima: per decidere loro chi e quale squadra deve governare Verona nei prossimi cinque anni. Questo è importante. Poi, non abbiamo fatto calcoli prima; non iniziamo a farli adesso».
Sempre ieri il CDA di VeronaFiere ha provveduto ad una nomina importante a sette giorni dal voto: quella dell’amministratore delegato. In caso di vittoria confermerete questo Consiglio e questo AD?
«Intanto c’è un problema di parità di genere che andrà risolto e che non può essere disatteso. Abbiamo detto che queste nomine sotto-elezioni sono frettolose. Il nostro obiettivo resta quello di amministrare al meglio la città puntando sulle competenze, sulle persone giuste al posto giusto, senza bandiere e senza alzare steccati ideologici. La nomina di ieri va in un senso diverso a conferma che il ragionamento alla base delle ultime decisioni dei soci rispondeva ad altre logiche. Speriamo da domani di riuscire a cambiare questo approccio».