Da ieri Gazprom ha tagliato metà delle forniture di gas all’Italia in risposta alle sanzioni che il nostro paese, assieme a quelli dell’Unione Europea, ha applicato contro la Russia. Tagli delle forniture anche a Germania e Francia.
Data la stagione estiva, che comporta un minor uso dell’elettricità e del riscaldamento, per ora non vi sono state ripercussioni sulla distribuzione. Il metano che arriva dall’Algeria, che è diventato il nostro maggior fornitore, ha addirittura permesso di deviare allo stoccaggio le quantità di gas in eccesso.
Ma la prima ripercussioni è sui prezzi. Alla borsa di Amsterdam il costo è aumentato del 43% in una settimana, passando da 82,5 a 117,74 euro, con un picco di 134 euro al MWh registrato dopo i nuovi tagli resi noti dai russi. Il trend potrebbe peggiorare e sulla tenuta degli stoccaggi comuni in vista dell’inverno nelle capitali europee comincia a pendere un minaccioso punto interrogativo.
“La Russia è pronta a fornire all’Europa il gas di cui ha bisogno per riempire gli stoccaggi in vista dell’inverno a patto che non ci siano ostacoli politici”, è stata la spiegazione del ministro dell’Energia russo Alexander Novak in un’intervista alla tv Rossiya 24. E gli “ostacoli politici” sono le sanzioni che l’Europa pratica contro la Russia.
“Non vi è alcuna indicazione di un rischio immediato di sicurezza degli approvvigionamenti”, hanno assicurato dalla Commissione. E Bruxelles, nel frattempo, ha registrato il record di import di gas naturale liquefatto, con punte giornaliere di 0,54 miliardi di metri cubi. L’Italia, oltre all’Algeria, dalla quale al momento arriva il doppio del gas rispetto alla Russia, acquista metano dall’Azerbaigian. Il sistema italiano per ora regge ma il nuovo taglio inflitto da Gazprom aumenta le ombre sul futuro, nazionale ed europeo.