(di Paolo Danieli) Dopo che Gazprom l’altro ieri ha tagliato all’Italia la metà delle forniture di gas, il governo non ha fatto una piega e rassicura che per gli italiani non ci saranno ripercussioni. Tanto, dall’inizio dell’anno non è più la Russia il principale fornitore di metano al nostro paese, ma l’Algeria. E poi, tranquillizzano, ne prendiamo dall’Azerbaijan, e adesso abbiamo anche cominciato a cercarne in Monzambico, poi ci sono le pale eoliche e i pan nella solari. Senza contare che di gas ne abbiamo stoccato e altro ne stiamo stoccando. C’è caldo, mica attacchiamo adesso il riscaldamento. E poi c’è anche l’ora legale che ci fa risparmiare un po’ di energia elettrica. Insomma, ‘tutto-va-be-madama-la-marchesa’. Mah.
Non l’hanno presa così in Germania. Lì invece sono preoccupati. Eppure loro hanno anche le centrali nucleari che noi non abbiamo. Ma lo stesso adotteranno misure di emergenza per garantire la fornitura di gas di fronte ai recenti tagli degli approvvigionamenti russi. E perciò aumenteranno l’utilizzo delle centrali a carbone. Lo ha annunciato il governo tedesco.”Per ridurre il consumo di gas è necessario utilizzarne meno per generare elettricità. Invece, le centrali elettriche a carbone dovranno essere utilizzate di più”. Sembra la storia della cicala e la formica. Noi, cicale, non ci preoccupiamo. Loro, formiche, sì.
E non sono solo i tedeschi a ricorrere al carbone, notoriamente più inquinante. Ma a mali estremi, estremi rimedi. Con buona pace di Greta Tunberg e di tutte le chiacchiere che negli ultimi anni sono state fatte sulla transizione ecologica. Per ora la transizione è quella fra un periodo di vacche grasse ed un periodo di vacche magre. E allora, per far andare avanti le industrie e far lavorare la gente, ci si arrangia con quel che c’è. Primum vivere, deinde philosophari. Prima preoccupiamoci di vivere e di filosofia ne parliamo poi.