Dice Flavio Tosi (Forza Italia): “La sconfitta del centrodestra a Verona ha un responsabile, Federico Sboarina, che rifiutando – contro la logica politica e i numeri – l’accordo al secondo turno con Forza Italia e le liste civiche che fanno riferimento al sottoscritto, ha consegnato Verona alla sinistra. Noi, pur fortemente critici con l’amministrazione Sboarina, con senso di responsabilità e fedeli al perimetro del centrodestra avevamo proposto al Sindaco uscente la riunificazione della coalizione al ballottaggio. Per non far vincere la sinistra e per aiutarlo poi a governare, mettendogli a disposizione la nostra esperienza. Lo avevamo fatto sia alla vigilia del primo turno (che non a caso avevamo definito le primarie della coalizione) che dal lunedì dello spoglio, quando avevamo offerto l’apparentamento ufficiale delle nostre liste. Sboarina, nonostante gli appelli all’unità del leader della Lega Salvini e del co-fondatore di Fratelli d’Italia Crosetto, non ha voluto e così ha spaccato il centrodestra. Risultato: Verona va alla sinistra dopo vent’anni”.

  Continua Tosi: “Sboarina è il primo Sindaco di centrodestra a Verona a non essere rieletto dopo il primo mandato e questo la dice lunga sulle sue capacità amministrative. Non a caso al primo turno ha preso solo il 32%: come ha detto lo stesso Salvini, una percentuale così significa che non hai lavorato bene. Per avere un dato di confronto, io nel 2012 da Primo Cittadino uscente venni rieletto senza ballottaggio col 57% e la mia civica da sola raccolse il 38% (quella di Sboarina il 7…)”.

  Ma dalla sconfitta di Verona, riflette Tosi, “esce ridimensionata anche Giorgia Meloni: una leader che non sa gestire il suo Sindaco più importante, che non sa farlo ragionare, come può pensare di gestire l’intero centrodestra? Inoltre per essere il nostro Premier è indispensabile avere un profilo non populista e non estremista, ma invece liberale ed europeista, caratteristiche positive oggi incardinate e rappresentate da Forza Italia”.   Poi c’è il discorso Lega: “Salvini – dice Tosi – intelligentemente ha lavorato per unire, spingendo per l’apparentamento con noi al ballottaggio. Ma non solo: Salvini, già nei mesi scorsi, non avrebbe disdegnato un appoggio al sottoscritto fin dal primo turno; se lo avessero ascoltato, forse oggi non ci sarebbe la sinistra a Verona. Ma gli si è opposto Zaia, stoppando il dialogo sui mass media sia direttamente che attraverso il suo Assessore e uomo di fiducia Marcato. Zaia del resto è stato il più acceso sostenitore di Sboarina fino all’ultimo, l’unico leader ad affiancarlo anche nella settimana del ballottaggio. Non lo ha fatto Salvini e non lo ha fatto nemmeno la Meloni, probabilmente consapevoli del suicidio politico messo in atto dal Sindaco uscente: erano sufficienti 6mila voti per rovesciare le sorti del voto, noi con Forza Italia al primo turno ne avevamo raccolti più di 24mila…”.