Il superbonus 110% per le ristrutturazioni e rigenerazioni in edilizia continua la sua corsa nonostante le polemiche della politica e le incertezze legate al costo della materia prima, al reperimento del personale addetto ai cantieri ed all’overbooking delle società di costruzione. Di certo, l’incertezza politica – sulla durata del bonus, i tempi utili per realizzare i lavori, la bancabilità dell’incentivo statale – sta portando ad un clima di generale incertezza che rallenta la ripresa del comparto con ripercussioni immediate: dall’accelerazioni delle lavorazioni nei cantieri in essere con un incremento dell’insicurezza degli addetti e dei sinistri sui luoghi di lavoro alla contrazione del PIL potenziale di quest’anno.

La misura, comunque, è piaciuta: è stata utilizzata da 199.124 soggetti secondo le rilevazioni dell’ENEA al 30 giugno scorso: gli investimenti ammessi hanno raggiunto la cifra monstre di 35,2 miliardi € di cui già 24,9 già messi a terra. L’impegno di spesa per la Repubblica è notevole: equivale a quanto spendiamo per la sicurezza e la difesa della Nazione.

Le prime cinque regioni che stanno utilizzando il superbonus sono tutte del Centro-nord: Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna e Toscana assorbono il 49% dei finanziamenti ammessi ed hanno già intercettato il 50% delle risorse.

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Il Veneto con 24.670 pratiche (il 12,3% del totale nazionale) ammesse è la seconda regione in Italia per utilizzo del superbonus: ha programmato investimenti per 3,39 miliardi (il 9,6% del totale nazionale, quindi sta presentando progetto di importo inferiore alla media) e ne ha già incassati 2,5. Soltanto la Lombardia fa meglio: 30.721 progetti per 5,8 miliardi di investimenti e 4,3 miliardi già portati “a casa”. La grafica qui sopra esplica chiaramente come e dove il Veneto ha programmato i suoi lavori ed il costo per la collettività.