( di Paolo Danieli) Non è che i problemi si risolvono non parlandone. Anzi, s’aggravano. E’ quello che nel silenzio generale sta accadendo con gli sbarchi. Sono continuati, continuano e continueranno, anche se non se ne parla e il governo fa finta di niente. Lampedusa è in una situazione disastrosa: 2000 immigrati irregolari in un campo di concentramento concepito per 350, in mezzo alla sporcizia ed al degrado più totale. Una cosa indegna di un paese civile. Ma siccome l’accoglienza è diventata uno dei nuovi dogmi della sinistra, si continua così. Gli africani arrivano, sbarcano, vengono messi nel campo di concentramento di Contrada Imbriacola, che per pudore viene chiamato ‘hotspot’, dove vige il caos più assoluto, dopodiché, di tanto in tanto, alcune centinaia di persone vengono trasferite a Porto Empedocle, a Pozzallo o in altri posti. Da lì inizia il processo secondo il quale l’Italia se li dovrebbe digerire, in un modo o nell’altro. Sfruttandoli a raccogliere pomodori nelle campagne del sud come manodopera a basso costo, inserendoli nel giro della droga e della prostituzione, lasciandoli vagabondare per il paese in cerca di elemosina.
E’ questa l’accoglienza predicata da tutta la sinistra.
Il Ministro degli Interni? Come non ci fosse.
Ma il bello deve ancora venire.
Presi dal Covid, dalla guerra, dalla crisi energetica, dalla siccità e dall’inflazione ci siamo dimenticati che in Libia, cioè da dove partono i barconi, ormai comandano Turchi e Russi, frutto di un altro capolavoro di politica internazionale operato dal cosiddetto Occidente.
Se domani Putin volesse, così tanto per dare una risposta alle sanzioni che gli fa l’Italia, potrebbe lanciarci addosso 200 mila immigrati come se niente fosse. E dopo di loro, altri 200 mila, tanto in Africa l’unica cosa che non manca sono gli africani. Che cosa farebbe l’Italia? Nemmeno un governo di sinistra potrebbe accettarlo. Si creerebbe un problema devastante che metterebbe in pericolo la tenuta stessa delle istituzioni. Così, per difendersi dalla marea umana, anche Draghi sarebbe costretto a dare l’ordine di sparare, come hanno fatto in Spagna. Come fanno in Israele, in Australia, in Cina e nella maggior parte dei paesi del mondo.
E allora potrebbero cambiare molte cose.