Come nella sua personalità, Stefano Valdegamberi non usa mezze parole per denunciare le difficoltà degli allevatori della Lessinia per le predazioni cui sono sottoposti i capi di bestiali sugli alpeggi. Un problema che sente molto, essendo i monti Lessini la sua terra.
«La politica e i sindacati agricoli sono i primi responsabili della morte dell’alpeggio sulla montagna Italiana. Le predazioni quest’anno – precisa il consigliere regionale- stanno superando i già elevatissimi numeri da record dello scorso anno. Dal primo gennaio 2022 a fine giugno le predazioni in Lessinia sono state di ben 88 capi, + 22% rispetto allo scorso anno».
Ma questi, aggiunge Valdegamberi, sono i dati ufficiali. In realtà sono molte di più perché tanti non le denunciano neanche più.
«Sto ancora aspettando dalle associazioni agricole, a partire dalla Coldiretti, un pur minimo cenno sulla proposta normativa che avevo sottoposto, chiedendo un loro sostegno. Sono passati mesi e nessuno ha mai mosso un dito – continua Valdegamberi-. Questo la dice lunga sull’interesse delle associazioni sindacali per gli allevatori e la montagna. Sono più interessati all’agricoltura assistita dalla burocrazia di micro aziende che, terminato l’effetto del contributo pubblico, muoiono con la stessa velocità con cui sono nate. Gli allevatori stanno rinunciando all’alpeggio. Basta una passeggiata sui pascoli della Lessinia per rendersi conto della diminuzione del carico di bestiame».
Andando avanti di questo passo il consigliere regionale prevede che nel giro di pochi anni il paesaggio della Lessinia, caratterizzato appunto dai pascoli d’altura, verrà snaturato. E facendosi interprete delega sfiducia degli allevatori ricorda come all’estero molti Paesi stanno affrontando il problema con il buon senso e la ragione, mentre in Italia sia la politica che i sindacati agricoli sono del tutto disinteressati a questi problemi.
«Mai una parola spesa da Coldiretti in questi anni e – conclude- zero interventi a Roma sul tema lupi fatti dalla politica. Poi, mi raccomando, predicate che “dobbiamo tutelare la montagna!»