Mai come oggi ci rendiamo conto di quanto sia giusto chiamare l’acqua ‘l’oro blu’. Finora, specialmente nel Veneto, con una parte del territorio costituita dal sistema Alpino, con le sue sorgenti, con una grande falda e con molti fiumi, di acqua ce n’era sempre stata in abbondanza. Solo con l’eccezionale siccità di quest’anno, conseguenza del cambiamento climatico, ci siamo trovati di fronte all’emergenza che ha reso tangibile il valore inestimabile dell’acqua.
Per chi gestisce i sistemi idrici questa situazione impone la necessità di custodire e tutelare questa risorsa. Acque Veronesi è la società che gestisce l’acqua e le infrastrutture che la conducono fino ai rubinetti delle nostre case. Abbiamo chiesto al suo Presidente, Roberto Mantovanelli, che cosa significa la crisi idrica per chi ha la responsabilità della gestione dell’”Oro blu”.
« L’attuale crisi implica una modifica dei modelli di gestione dei sistemi acquedottisti e depurativi in grado di far fronte ai cambiamenti climatici. Una delle priorità è la riduzione delle perdite idriche, un problema che riguarda tutti i gestori del servizio idrico pubblico».
Non piove. E non possiamo farci niente. Ma se il sistema delle tubature non facesse acqua -nel vero senso della parola- da tutte le parti non ci troveremmo in difficoltà come siamo…
«La differenza media tra l’acqua prelevata da pozzi o sorgenti e immessa in rete e quella che arriva effettivamente al rubinetto di casa – risponde Mantovanelli- è in Italia del 43,7%. Non sono dati che sparo io, ma quelli della Relazione annuale del 2020 di Arera- l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente- , con un picco nelle regioni del sud che arriva al 52,3%. Questo significa un enorme spreco d’acqua e interruzioni di fornitura».
E a Verona come siamo messi?
«Al nord i dati sono migliori: nel triveneto la media si attesa sul 38,5% e a Verona 36,4%. Un dato in miglioramento negli ultimi anni, ma che evidenzia l’incapacità delle condotte, posate in media cinquant’anni fa, di far fronte alle richieste del territorio».
Quindi tubature vecchie, di materiali obsoleti, che devono essere sostitute?
«Certo. Da quando sono io Presidente Acque Veronesi – precisa Mantovanelli- ha inserito per la prima volta nel piano delle opere uno stanziamento apposito per sostituire le tratte che più ne abbisognano. Le opere idriche richiedono un delicato equilibrio tra l’esigenza di investire e la necessità, soprattutto in questo periodo, di mantenere bassa la tariffa. Non sono infatti previsti finanziamenti pubblici per il settore dell’acqua e pertanto tutta la gestione del servizio idrico integrato è coperta dalla bolletta pagata dagli utenti».
Sì, ma se non ci sono i soldi?
«Per questo motivo è importantissimo essere pronti, non appena si possono intercettare i fondi dalla regione, dallo stato o come in questo periodo dal PNRR. Acque Veronesi – ricorda il suo Presidente- grazie ad un progetto già realizzato, ha ricevuto 23,4 milioni di fondi per la nuova dorsale idrica che unirà i due sistemi acquedottistici del veronese, un’opera che senza PNRR sarebbe stata possibile solo sul lungo periodo».
E’ quindi la diminuzione, se non l’annullamento, degli sprechi l’ottimizzazione della rete uno dei primi obiettivi da perseguire per Acque Veronesi?
«Certo, – Mantovanelli tiene a precisare- ma noi questa operazione l’abbiamo iniziata già da qualche anno, prima che il problema fosse reso urgente dalla siccità! Noi vogliamo migliorare ulteriormente la situazione delle perdite idriche come primo fondamentale gradino per far fronte ai cambiamenti climatici. Per far questo – conclude- stiamo investendo nella digitalizzazione dei 6 mila chilometri di rete, inserendo nel piano delle opere i fondi per dotare le condotte di strumenti di misura e avanzati software che permetteranno una migliore gestione delle reti stesse grazie ad un efficiente trasferimento di dati, in grado di rendere disponibili informazioni tempestive sugli impieghi. Ciò si tradurrà in una diminuzione di sprechi e consumi, in una riduzione delle perdite idriche. Ed anche per questo Acque Veronesi ha presentato una domanda di contributo per accesso ai fondi del PNRR».