La Guardia di Finanza di Verona ha eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 8,7 milioni di euro nei confronti di una società di vendita all’ingrosso di rottami ferrosi che era fallita nell’ottobre 2019. Il sospetto è di aver commesso un’evasione fiscale con fatture per operazioni inesistenti per oltre 11 milioni.
L’amministratore della società, un 61enne bresciano è indagato per bancarotta fraudolenta, dichiarazione fraudolenta mediante fatture per operazioni inesistenti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I finanzieri hanno sequestrato beni per un controvalore di oltre 5,7 milioni; a un romeno, indagato per i medesimi reati e per emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio, sono stati sequestrati beni per quasi 3 milioni.
Sec ondo l’accusa i due avrebbero distratto circa 3 milioni di euro da un finanziamento di Mediocredito, garantito dallo Stato attraverso il Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, simulando il pagamento di fatture false, emesse per una vendita mai avvenuta di macchinari da parte di una ditta croata, utilizzata anche per la fittizia cessione di rottami ferrosi.
Il romeno avrebbe compiuto il reato di riciclaggio internazionale attraverso movimentazioni finanziarie a favore di società con sede in Cina, Hong Kong e Serbia per oltre 6 milioni. La GdF ha anche scoperto una compravendita simulata di un complesso immobiliare, per oltre 4,3 milioni di euro, da una società abruzzese presso cui dovevano essere collocati i macchinari falsamente acquistati.