(di Paolo Danieli) Draghi non ha intenzione di ritirare le dimissioni perché la sua maggioranza non esiste più. In verità è dal 2018 che in Parlamento non c’è una maggioranza politica a causa della vittoria grillina. La più grande disgrazia capitata all’Italia dopo il Covid e la guerra.
Logica avrebbe voluto si votasse già allora. Ma Mattarella non vuole. E allora tirò fuori dal cilindro Conte, uno sconosciuto voluto dagli americani, al punto che Trump fece un assist determinante a “Giuseppi”.
E fu il governo giallo-verde. Salvini, entrò nell’esecutivo. Doppio errore. Primo, perché ruppe l’unità del centrodestra. Secondo, perché andò a sostenere un tizio che rappresentava solo sé stesso, avvallando un’operazione antidemocratica. Capito l’errore lo fece cadere.
Pur di non andare al voto Mattarella varò il Conte 2, imbarcando il Pd al posto della Lega. E fu il governo rosso-verde, fatto cadere da Renzi a gennaio 2021. Le elezioni anticipate parevano inevitabili. Ma ancora, pur di non votare, Mattarella s’inventa il governo Draghi. Il resto è cronaca.
Mancano 8 mesi alla scadenza della legislatura. Votare a ottobre sarebbe la cosa più normale. Ma il ‘deep state’ non vuole. Ogni scusa è buona: il Covid, la guerra, lo spread, la crisi energetica, la finanziaria, le ferie. Non è escluso che dal cilindro di Mattarella esca qualche altro coniglio pur di non andare alle elezioni. Eppure, mentre in Italia ci raccontavano che non si poteva votare per la pandemia e la situazione internazionale, hanno votato dappertutto, Germania e Francia comprese. In Italia no. Perché?
ll nostro è un paese a sovranità limitata. La volontà popolare è un intralcio perché potrebbe rivelarsi diversa da quella di chi detiene il potere. Come nel 2011 quando Napolitano cacciò Berlusconi che aveva vinto le elezioni e con un colpo di mano lo sostituì con Monti che non era stato eletto da nessuno. Così voleva Bruxelles. Esempio di sovranità limitata, come quella dei paesi dell’Est all’epoca dell’Unione Sovietica.
La musica è sempre la stessa. Ed anche i suonatori, che non si vedono, ma ci sono.
Poi s’inventarono Renzi, sindaco di Firenze. Anche questo non scelto dagli italiani. Poi Conte e quindi Draghi, che sarà anche un bravo banchiere, ma non ha un voto, che in democrazia è l’unico elemento di legittimazione.
Si può discutere se la democrazia sia un sistema buono o no. Churchill diceva che è “il sistema peggiore, esclusi tutti gli altri”. Ma fino a prova contraria è il sistema della nostra Costituzione. Ed è il voto l’atto fondante la democrazia, perché solo così si realizza la volontà popolare. Quello che sta accadendo dal 2011 fino ad oggi ci dimostra invece che della democrazia in Italia è rimasto solo l’aspetto formale. Democrazia di nome, non di fatto. A proposito, non si chiamavano “repubbliche democratiche” anche le dittature comuniste?