«Quando ci cercano giocatori, si cercano persone che possano risolvere individualmente situazioni complicate» Damiano Tommasi – qui il nostro video – presenta la sua squadra di governo e non rinuncia alla metafora calcistica. E aggiunge: «Restando nel filone, quando si va in ritiro si sa che alla prima partita si gioca in undici. L’attenzione però non va data soltanto a loro, ma anche ai 19 che restano in panchina. Bisogna confrontarsi e parlare: perchè con questi 19 si vincerà il campionato». Al di fuori del calcio, la ratio della nuova Giunta che guiderà Verona per i prossimi cinque anni è chiara: un vicesindaco donna, la parità di genere (metà degli assessori è donna infatti) e il rispetto del risultato delle urne con il giusto peso ai risultati della coalizione. Attenzione verso i partiti, PD in primis («Mi auguro un nuovo giro di incontri, come all’inizio di questa avventura, prima che i partiti tornino a concentrarsi sulle prossime elezioni» sottolinea Tommasi) e attenzione alle deleghe rimaste al momento ancora scoperte: edilizia privata, lavori pubblici («Alcune verranno spacchettate, altre verranno decise prossimamente» dice il sindaco) e già una prima indicazione sulle Partecipate, la galassia di oltre 100 cento società di cui il Comune di Verona è socio o azionista: «Tengo io la delega perchè strategica e perché stiamo facendo un gruppo di lavoro dedicato che interverrà su nomine e sul monitoraggio del loro andamento».
Della Giunta – qui la sua composizione – alcune annotazioni interessanti arrivano dai nuovi assessori che, almeno inizialmente, saranno più nel mirino: Michele Bertucco («Se sono qui è anche per colpa vostra – ha detto ai giornalisti – perchè avete scritto per anni che ero il più preparato e il più attivo e il sindaco ci ha creduto. Uso e sarà l’ultima volta, lo prometto, una metafora calcistica per dire che con oggi cambio ruolo: da interdittore a regista e già sono al lavoro per il prossimo bilancio con grande gioia del mio ufficio che non dovrà più confrontarsi coni miei tradizionali e assai numerosi emendamenti»); Barbara Bissoli (già nel mirino del centrodestra per un presunto conflitto d’interessi in quanto sarebbe advisor di Patrizia Investment Management, società immobiliare della Fondazione CariVerona impegnata nel piano Folin) che ha dato le sue prime indicazioni sulla rotta dell’urbanistica: «Porto la mia personale trentennale esperienza professionale e seguirò il filo del progetto Tommasi: ovvero la “rete”. Anche l’urbanistica è fatta di reti: la rete del verde, la rete dei musei, la rete dell’edilizia asburgica. Ecco, su queste reti si innesterà la prossima urbanistica della città. Poi, ho chiesto al sindaco la delega alla parità di genere che è un tema cui tengo molto, sul quale mi sono molto battuta e che, ricordo, è uno dei tre pilastri del PNRR per il rilancio del nostro Paese».
Non ha paura di promettere grandi risultati invece Italo Sandrini: «Il terzo settore, delega innovativa, non è il “terzo” ma con 6 milioni di volontari attivi in Italia è il “primo” settore. Un gregge enorme cui manca un pastore. La mancanza di un punto di riferimento costante in Comune a Verona su questo era evidente. Ora tutta Italia guarda all’esperienza scaligera: faremo da apripista a livello nazionale, e raggiungeremo grandi risultati».
Federico Benini, invece, promette miglioramenti nella qualità della vita di tutti i giorni. Dopo essere stato uno dei più accaniti accusatori “dell’immobilismo” a suo giudizio della precedente amministrazione oggi ha il compito di «affrontare i bisogni quotidiani dei veronesi. Voglio andare a migliorare la qualità della nostra vita nei prossimi anni».
La Giunta si riunirà già in settimana e nella prossima avendo come obiettivo presentare in Consiglio comunale il 28 luglio le prime indicazioni per il prossimo bilancio d’esercizio. L’amministrazione Tommasi ha lasciato gli ormeggi. Ora bisogna sciogliere le vele e cazzare la randa…