Il governo Draghi è caduto di fatto, anche se attraverso un escamotage regolamentare in Senato ha avuto una fiducia fasulla: quella di 92 senatori su 315! In pratica Draghi si è fatto mandare a casa. Troppo difficile affrontare l’inverno con la crisi economica, la crisi energetica, la crisi alimentare, magari una recrudescenza del Covid e la guerra. Così, approfittando dello strappo dei grillini, ha preferito chiedere al Senato una fiducia impossibile. Impossibile perché ha fatto di tutto perché Lega e Forza Italia gliela negassero. Impossibile perché lo strappo con Conte era ormai fatto. E così al suo fianco è rimasto solo il Pd e i cespugli della sinistra. E proprio alla fine Draghi ha rivelato, non si sa se consapevolmente o no, di essere o di sentirsi di centrosinistra.
S’era dimesso una settimana fa, ma di fatto la fine del suo governo è stata sancita dall’elezione del Presidente della Repubblica. Lui puntava al Quirinale, ma non ce l’ha fatta. Ha sbagliato qualcosa. I sei mesi passati fino ad oggi sono serviti solo per ritardare le elezioni, viste dai poteri forti come il fumo negli occhi. Era dal 2018 che bisognava votare, da quando dalle urne era uscito il mostro grillino che ha fatto perdere all’Italia 5 anni. Adesso, con la caduta di Draghi, le elezioni non le possono più evitare. Con ogni probabilità saranno a fine settembre o ai primi di ottobre. Hanno cercato a tutti i costi di evitarle, ma adesso la parola torna finalmente al popolo. Il che non è, come si vorrebbe far credere, una disgrazia. E’ semplicemente la normalità, l’essenza della democrazia.