Prima di partire lancia in resta contro Tommasi e la sua giunta sarebbe meglio che i rappresentanti del centrodestra in Consiglio Comunale facessero una pausa di riflessione. C’è modo e modo anche di fare l’opposizione. Un modo è di farla a prescindere: è il caso della contrapposizione ideologica, basata più che sulle cose da fare sulle idee che muovono il mondo, che però male si adatta al confronto amministrativo.
Un altro modo è quello di fare l’opposizione intelligente. Ci si oppone perché si appartiene a uno schieramento diverso, ma lo si fa in maniera intelligente, modulata sull’interesse generale e sulle scelte e sul comportamento della maggioranza. E’ questo il modo migliore per fare il mestiere dell’opposizione, perché produce vantaggi per tutti. Per la città, prima di tutto, perché così si favoriscono i provvedimenti frutto del buonsenso che sono nell’interesse della comunità. E poi perché comportarsi in modo intelligente è sempre un buon sistema per raccogliere consenso. Quel consenso che al centrodestra è mancato perché evidentemente sono stati fatti degli errori.
Errori che hanno portato il centrodestra ad un disastro che per un effetto domino potrebbe ripercuotersi molto più in là delle mura di Verona, e sui quali non si è sentita una parola da coloro che l’hanno determinato. Non una voce che abbia chiesto scusa agli elettori. Meno che mai un tentativo di analisi, se non di autocritica. Atteggiamento che preoccupa, perché presagio di ulteriori errori. Assistiamo invece a uno spettacolo nel quale gli stessi responsabili dello sfacelo, senza neanche aspettare 24 ore dall’insediamento della nuova giunta, si mettono a dispensare critiche, a etichettare persone e adombrare dietrologie. Dai risultati che hanno ottenuto dopo 5 anni di amministrazione non sembrerebbero nelle condizioni migliori per fare i fenomeni. Almeno non prima di aver chiesto scusa agli elettori e aver fatto un passo indietro.