(di Bulldog) Alle ultime elezioni amministrative ha votato un Veronese su due. Più del 50% del corpo elettorale non ha trovato alcun interesse nell’offerta politica e nelle persone che quelle proposte incarnavano. Nessuno però si è posto il problema di come coinvolgere questi elettori salvo qualche generico invito alla partecipazione. Ai partiti – evidentemente – fa più comodo mobilitare esclusivamente i propri aficionados ritendendo troppo dispendioso e difficile andare a parlare e convincere gli indecisi casa per casa, strada per strada. Non coinvolti i veronesi stanno a casa. La controprova sta, ad esempio, nel risultato di Traguardi e di quei politici che hanno battuto i marciapiedi, dalle fila delle minoranze, negli ultimi cinque anni. Il lavoro paga.

L’astensionismo al 50% è un duplice vulnus: si alimenta il deficit democratico, con sempre meno persone coinvolte nelle decisioni che riguardano la vita di tutti; si cristallizzano i partiti che non fanno più il loro mestiere di analisi e proposta rimanendo dei soli cartelli elettorali in mano a gruppi circoscritti che tendono a perpetuare se stessi il più possibile.

La conferma sta nel primo giro lanciato di nomi come possibili candidati veronesi per le Politiche del 25 settembre. I nomi sono gli stessi che abbiamo visto sui manifesti elettorali delle Amministrative di un mese fa. Politici bocciati o non considerati dai veronesi dovrebbero rappresentare Verona nel prossimo parlamento. Ora non si capisce come possano motivare al voto elettori riluttanti delle persone che sono già state esaminate, e non premiate, poche settimane fa. Quali meriti hanno conquistato nel frattempo? quale proposta nuova hanno elaborato in queste settimane di riflessione? cosa offrono di diverso rispetto a un mese fa? sono domande retoriche, ovviamente. Sarebbe stato impossibile per chiunque fare ciò in così poco tempo, ma l’elettore ritroverà sulla scheda nomi e simboli che ha già rifiutato.

Ma perchè gli elettori dovrebbero prendere oggi a scatola chiusa quello che offrono le segreterie veronesi? Non hanno già dimostrato chiaramente che non seguono le vostre indicazioni un mese fa?

Quindi mai come in queste elezioni il boccino sta veramente nelle mani dei partiti nell’individuare figure che vadano oltre alla presunta appartenenza ideologica (sempre meno chiara in contenitori politici che dicono tutto ed il contrario di tutto dalla sera alla mattina) e nel rendere palese la contendibilità delle cariche al loro interno. Tocca ai partiti riportare al voto i Veronesi con volti e idee nuove. In assenza di un cambio in questa direzione non ci sarà da stupirsi se oltre all’effetto Tommasi a Palazzo Barbieri vedremo un effetto Tommasi anche nella rappresentanza scaligera al Parlamento.